150 fotografie per una raccolta inedita: all’Auditorium Parco della Musica le immagini dei fotografi di Life raccontano la storia del Novecento, in mostra dal 30 aprile al 4 agosto.
Artisti vari: Eisenstaed, White, Loengard, Capa, Leen, Smith, Larsen
Titolo: Life. I Grandi Fotografi
A cura di: Fondazione Musica per Roma e della Fondazione FORMA per la Fotografia, in collaborazione con Life e Contrasto
Luogo: Auditorium Parco della Musica di Roma, Via Pietro de Coubertin 30
fino al 4 agosto 2013
«Vedere la vita, vedere il mondo»: questo il motto di Life, rivista creata da Henry Luce nel 1936 che ha consacrato il fotogiornalismo come testimone privilegiato della storia; dal 1 maggio è diventata una mostra inedita, firmata da oltre 40 tra i nomi più importanti della rivista.
La storia, raccontata attraverso un percorso di 150 scatti, inizia con le star della musica e del cinema: si comincia con i Beatles che dietro l’obiettivo di Loengard nuotano in piscina, poi la splendida e sorridente Grace Kelly, Duchamp che si ‘sdoppia’ scendendo le scale (come nel suo dipinto Nu descendant un escalier), Dalì e i suoi inconfondibili baffi all’insù, e un primissimo piano delle dita e le labbra screpolate di Armstrong. Non mancano ovviamente nomi storici: Martin Luther King e Gandhi, fotografato con le nipoti e poi rannicchiato accanto all’arcolaio, Stalin, Churchill immortalato con il suo famosissimo gesto di vittoria, Hemingway, Einstein ritratto nel suo studio. Eisenstaedt si dedica ad un trittico di bellezze: Katharine Hepburn in poltrona incurante dell’obiettivo, Marilyn, simbolo di una sensualità senza tempo e la nostrana Sophia Loren, genuina e bellissima sul set di Madame.
E’ sempre sua una delle foto simbolo della fine del secondo conflitto mondiale: il bacio a Times Square tra il marinaio e l’infermiera che introduce – paradossalmente -, le fotografie di guerra. A colori il Vietnam, in black and white la Guerra Mondiale, che grazie a nomi come Rosenthal e Capa restituiscono in maniera vivida lo sbarco in Normandia e i marines americani alla conquista del Suribachi in Giappone, con tanto di bandiera stelle e strisce. Non mancano le foto che raccontano una Norimberga deserta dopo i bombardamenti, le divise a righe dei prigionieri dei campi dietro il filo spinato e l’orrore dei corpi ammassati in strada sotto lo sguardo disperato e attonito dei civili tedeschi. Il dopoguerra è introdotto dalle foto di Nina Leen che testimoniano la lenta crescita economica e i cambiamenti culturali in atto, specie nell’ambito della moda: le giovani indossano gonne a ruota e vestiti corti in spiaggia. Il ritratto della Greene a Marlene Dietrich è il simbolo di questi anni; la diva è la nuova donna comune, coi capelli più lunghi e le gambe in evidenza, scoperte per sedurre l’obiettivo.
Eyeman e Morse fotografano il fungo atomico dei test in Nevada e le fasi dell’Apollo 11 in partenza dalla base spaziale; si prosegue e troviamo stralci della vita dei Kennedy, la figlia e il matrimonio di John, l’assassinio di Robert. Pezzi di storia in un contesto in cui le città crescono e diventano piccole metropoli dove la vita è fatta di balli, i Dodgers vincenti esultano in campo e i tifosi nelle strade, i porti si riempiono di ferry boat, crescono le ferrovie, i palazzi. La White ci regala scorci insoliti del Chrysler e della Statua della Libertà e, in conclusione, un aereo fotografato in volo su Manhattan documenta il progresso da un’altra prospettiva.
Loengard dice: «Molte delle nostre foto diventano classici perché conservano la capacità di sorprendere»; impossibile dargli torto.