Lina Passalacqua: Le Quattro Stagioni

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Lina Passalacqua ci conduce nel suo universo pittorico con Le Quattro Stagioni, una raccolta di oli su tela e collage in mostra fino al 18 maggio presso il Vittoriano.

 

ArtistaLina Passalacqua

TitoloLe quattro stagioni

A cura di: Maria Teresa Benedetti

Luogo: Sala del Giubileo (Vittoriano), via di San Pietro in Carcere

fino al 18 maggio 2013

In foto: Lina Passalacqua, Gli Ibiscus del mio giardino, olio su tela, 50×40

Con circa 45 mostre alle spalle, Lina Passalacqua festeggia quest’anno i suoi 50 anni di pittura. Dopo aver rappresentato i quattro elementi, l’artista torna a descrivere la continua metamorfosi della natura declinandola – in chiave futurista – nelle sue molteplici forme e colori.

La ciclicità è un concetto chiaro sin da subito: i 40 dipinti ci guidano in un percorso lineare e strutturato, in cui il susseguirsi delle stagioni è reso da sapienti contrasti di tonalità, da quelle frizzanti della primavera a quelle più decise dell’inverno. Si inizia dalla Primavera e a fare da padrone è il verde che anima i tratti aguzzi delle foglie, dapprima Germogli, poi Fresie chiazzate di rosa e infine Alberi che catturano i pigri raggi di sole in Controluce e si trasformano quasi in un crescendo di vita, annunciando il Risveglio, quando finalmente la primavera esprime tutta la sua dirompente bellezza. Si passa nella seconda sala e troviamo l’Estate che irrompe con un Cielo Infuocato e ci presenta i suoi colori: il rosso e l’arancione del Tramonto e del Meriggio, l’Energia della natura avvolta da un sole potente, che accarezza i Girasoli, i Papaveri, gli Ibiscus. Il culmine è l’Ode all’Estate, che con un titolo del genere non può che celebrare la stagione più bella in un dipinto che somiglia vagamente ad un volto dai tratti picassiani.

Le cromie estive sfumano delicatamente nell’Autunno, delineato da pennellate avvolgenti; i paesaggi astratti evocano l’intimità, il Profumo della Terra e i viali ricoperti di foglie secche, pittoreschi e al contempo venati di nostalgia. Fogliame è la sintesi perfetta di quest’ immagine, con i colori amalgamati tra loro che danno vita a filamenti simili a capelli. Magia d’autunno è un ritratto aggraziato che somiglia a uno scorcio di sottobosco mentre Petali di Rosa introduce un tocco deciso di rosso che fa da filo conduttore con le stagioni già trattate. Ottobre e Larve sembrano una colata di miele, l’ultimo assaggio di dolcezza prima di Alba Gelida e Bufera, apripiste dell’Inverno.

Un inverno in realtà delicato, tinto di giallo ocra e rosa che si accompagnano a tonalità glaciali di azzurro in Brezza e in un crescendo di tensione si trasformano in Valanga e Ghiaccio, pronti a trascinare via le Ultime Foglie, fine e inizio del ciclo della vita. Dopo il Silenzio e la Voce del Vento che sembrano mare e cielo, la visita si conclude con Fiume In Piena in cui finalmente l’inverno scatena la sua forza travolgendo ogni cosa con fiotti di acqua feroci.

A colpire, oltre al dinamismo delle forme e dei colori tipiche del neofuturismo, è l’assenza di tempo e spazio ma la sensazione, a visita terminata, di aver assistito in prima fila allo spettacolo della vita e del cambiamento continuo. Quello che resta dentro è un senso di appartenenza e di speranza, perché tutto rinasce, come i fiori da sotto la neve.

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Autore

Redazione

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