L'OCCIDENTE IMMAGINA L'ORIENTE: TRA SENSUALITA' E MISTERO

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Si sente una musica orientale nel Chiostro del Bramante, suoni appena percepiti rendono rilassante l’atmosfera, si odono vagamente flauti che ci accolgono e ci catapultano in un altro mondo, così vicino ma lontanissimo allo stesso tempo.

Siamo nel deserto. Chateaubriand scrive: ”Ogni nome racchiude un mistero, ogni grotta predice il futuro, ogni altura conserva in sé la parola di un profeta”. Un grande vuoto dilatato all’orizzonte assume in ogni pittore un significato diverso: chi ne sottolinea la lentezza rappresentando carovane che procedono quasi in una dimensione atemporale, chi ne evidenzia l’aspetto religioso descrivendo corpi curvi nell’atto della preghiera.

In Oriente si proviene quasi sempre dal mare e, attraverso il deserto, la meta ambita è la città: colori caldi, moschee azzurre, bazar affollati, donne con abiti lunghi e variopinti, che sembrano emanare essenze distillate dal bergamotto e dal gelsomino, inebriano la mente.

Giuseppe Amisani nel suo dipinto “Una via del Cairo” ci conduce in una realtà parallela: le botteghe offrono profumi provocanti, bellezze esotiche. Le immagini evocano suoni, odori, sensazioni: è il tripudio dei sensi!

Le donne sono le grandi protagoniste: avvolte nel loro velo sprigionano sensualità e delicatezza. Si intravedono appena gli occhi, nulla di più di uno sguardo così intenso, così profondo, che cattura. Morelli nel suo “La sultana che torna dal bagno” ci regala piccoli frammenti di vita in cui emerge un mondo femminile misterioso, donne che sembrano danzare nei loro abiti spumeggianti. È un mistero che avvolge ogni cosa: le lunghe distese desertiche in cui il silenzio pare voglia parlare; le donne, impreziosite da gioielli, profumate da oli, vestite di abiti eleganti e raffinati, sembrano nascondere qualcosa.

Balli e rituali si esplicano in sale in cui tutto ci porta altrove: tappeti colorati, vasi di fiori, luci soavi, soffitti dipinti. L’oriente ammalia, seduce, provoca: i dipinti non lo nascondono. Le odalische stimolano i nostri sensi, ci invitano nel loro regno del piacere in cui tutto è concesso. Donne bellissime discinte abitano un mondo fatto di dolcezza, di sensualità, in cui l’esterno non entra, in cui tutto appare vagamente surrealistico. Sono labili i confini tra realtà e sogno.

La dignità di una principessa, la bellezza di una dea, la grazia di una bambina, lo sguardo di chi vuole parlare pur rimanendo in silenzio: questo traspare dagli artisti italiani di fine Ottocento che sognano e fantasticano, che rivisitano il mondo orientale rappresentandocelo in tutto il suo esotismo, ora teatrale, ora prezioso, ora dionisiaco, ora reale.

 … è l’Oriente che parla.

GLI ORIENTALISTI. INCANTI E SCOPERTE NELLA PITTURA DELL’OTTOCENTO ITALIANO

Chiostro del Bramante, dal 20/10/2001 al 22/01/2012

Curatori: Emanuela Angiuli, Anna Villari

Foto: Domenico Morelli, La sultana e le schiave di ritorno dal bagno, Milano, Fondazione Internazionale Balzan

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