Lo spazio dell’Ex Elettrofonica diventa parte della personale di Marco Raparelli, delle sue tavole, delle sue intuizioni geniali.
Look Mommy I scribbled
Artista: Marco Raparelli
Ex Elettrofonica, Vicolo Sant’Onofrio 10-11, Roma
fino al 30 novembre 2012
«Il tuo mondo è un posacenere».
L’illustrazione colpisce, eccome. Fa pensare alle occasioni bruciate nella vita, o semplicemente, al passato. Bruciato anche quello essendo tale. Marco Raparelli lascia questa traccia nel suo libro Permafrost, prima collaborazione con la galleria Ex Elettrofonica, che lo ospita di nuovo, questa volta nel suo Look Mommy I scribbled, parte integrante e fondamentale del progetto precedente.
Forse è meglio dire che, ciò che è presentato, è una scomposizione. Le tavole che ci troviamo davanti, infatti, sono quelle originali del libro, tutti pezzi unici, e sono soprattutto la rappresentazione di alcune realtà in chiave ironica. Molto. Le linee di Raparelli sono semplici, raccontano senza aver bisogno di spiegazioni, riflettono ciò che viviamo, il mondo in cui viviamo. Ed ecco che i canoni artistici vengono “presi in giro”, sia nelle rappresentazioni che nei personaggi, classificabili, classificati. È come una ribellione, o almeno così sembra che l’artista la intenda. Nelle tavole che rappresentano il libro del bon ton per viaggiare in Italia si trovano delle intuizioni che fanno davvero pensare: «ma siamo così?».
Questo ragazzo è aria fresca, la sua arte è intuitiva e geniale, spiazzante, sensibile. In una parola, giovane. Bisogna lasciargli spazio, questo è chiaro. E la bianca galleria, dalle sue forme tonde, si presta al gioco e si lascia disegnare, facendo costruire all’artista un percorso ulteriore, fatto di linee che legano lo spettatore all’ambiente, che lo fanno girare su se stesso, seguire le tracce, spiazzandolo e lasciandolo sorridente. Davvero bello. Poi c’è un tavolo, che sembra un plettro, ma che in realtà ricalca la forma di una delle asole del soffitto, pieno di schizzi e bozze, di progetti, di pensieri di Marco. Lo si vorrebbe toccare, ma non si può, e questo, personalmente, è il raggiungimento dell’emozione artistica. L’interattività. Il volerne far parte.
L’ultima tavola del percorso, che forse è il legante per creare quel permafrost che tiene tutto unito, parla chiaro e lascia sia certezze che dubbi:
«Welcome to the rest of your life».