Artista Luca D’Aversa
Album Luca D’Aversa
Genere pop
Etichetta Sunny Bit
Anno 2013
Al giorno d’oggi quando si parla di musica pop lo si fa a bocca storta, perché nel nuovo panorama musicale se non sei alternative fai qualcosa che già è stato fatto e strafatto. Ma pop è solo l’abbreviazione della più completa parola popular, cioè genere musicale ascoltato dalla maggior parte del pubblico. Musica popolare, niente altro.
Tutto ciò per dire che la musica è un’espressione artistica e come tale è votata a «liberare» l’artista, a dargli modo di trasmettere agli altri ciò che sente dentro. Non deve per forza essere classificata, proprio perché di tutti. Luca D’Aversa crea un disco prettamente pop, di musica leggera italiana. Leggera perché ti accompagna in ogni dove, musica che non bisogna ascoltare con un impianto stereo da auditorium, ma alla radio, mentre si guida, mentre si sta in casa a fare altro, mentre si corre o si passeggia. Musica che ti fa compagnia in sostanza. Ma la leggerezza non è vuotezza, sia ben chiaro.
Davvero un bel disco questo Luca D’Aversa – eh sì, si chiama come lui -, dove il cantautore riesce a mettere insieme tutte le sue influenze musicali d’ascolto, testi ricercati, ma basati su parole semplici, che davvero arrivano all’orecchio di tutti. Soprattutto il modo di suonare la chitarra, con una ritmica che non è un accompagnamento, ma è il vero e proprio groove portante di ogni pezzo, che non fa stare ferme le dita, intente a picchiettare ogni cosa mentre lo si ascolta.
L’album sta riscuotendo un grande successo: MTV e la colonna sonora del nuovo film di Massimiliano Bruno Confusi e Felici non possono di certo essere un caso o un colpo di troppa fortuna. Ma non vorremmo fosse questo a far capire quanto e come è musicale e armonico questo disco. Bisogna ascoltarlo e si continuerà a farlo, promesso. La track di apertura Troppo Poco si potrebbe ascoltare e cantare cento volte. E anche tutte le altre canzoni di D’Aversa.
La chiave del successo è quell’insieme di variabili, e neanche troppo complesse, che risveglia i pensieri e le emozioni della gente, che non bisogna chiamare pubblico assolutamente. E’ l’interattività il vero alternative di questa epoca artistica, e in questo caso che sia pop, rock, classica, blues, jazz o come vi pare, la musica fa bene sempre.
1 commento
Pingback: LUCA D’AVERSA NUOVA RECENSIONE DEL DISCO ONLINE SUL SITO NUCLEO ART-ZINE – Big Time