regia e drammaturgia di Luca Pastore
con Dimitri D’Urbano, Ludovica Avetrani, Martina Caronna, Claudio Filardi, Miriam Messina e Luca Laviano
musiche originali di Yuri Messina
assistente regia e oggetti di scena Matteo Antonucci
una produzione di I Cani Sciolti – Compagnia Teatrale Artigianale
27 Gennaio 2017 Teatro Trastevere Roma
«Potevo essere felice»
Suona come una frase già sentita e scontata ma Club 27- A song for no one, spettacolo messo in scena dalla compagnia teatrale I Cani Sciolti, per la regia di Luca Pastore, ci invita quasi con disperazione a una riflessione profonda e in parte dolorosa sul significato di queste parole.
Entrato in sala, il pubblico è accolto da un teatro completamente incellofanato: un mare di plastica asettica invade tutti gli spazi scenici.
Le luci riflettono sul palco plastificato creando un riverbero bianco opaco che dona all’atmosfera una tinta onirica e metafisica, capace di trasportare all’interno di un limbo, un non-luogo privo di spazio e tempo. Protagonisti e abitanti di questo spazio bianco sono cinque figure – che risultano poi essere importanti artisti – che sembrano aver poco in comune tra loro, eccetto il fatto di essersi tutti scomparsi all’età di ventisette anni. Non è importante ai fini della drammaturgia comprendere le identità – in parte riconoscibili – di ciascun artista: lo spettacolo non vuole essere una mera biografia di questi ultimi o una loro commemorazione, ma qualcosa di più interiore e intimo.
Club 27- A song for no one- induce il pubblico a una sorta di catarsi, in cui lo spettatore riflette e medita sulle emozioni e i sentimenti degli abitanti di questo mondo bianco: esseri che sembrano schiavi dei propri ricordi, dei propri rimpianti, tormentati dai propri fallimenti. Questi artisti, questi idoli acclamati dalle folle, si mostrano nella loro veste più fragile e umana, nella loro nudità che è alla ricerca costante di quell’arte e di quell’amore che non sono riusciti a trovare in vita.
L’interpretazione di tutti gli attori è di forte intensità emotiva che non si risparmia mai, attraverso lo sviluppo di personaggi fortemente caratterizzati e vivi. per nulla artificiali o stereotipati.
Le musiche – tra cui quelle originali composte da Mattia Yuri Messina – hanno accompagnato la rappresentazione con sensibilità, eccettuando i momenti di pathos e di tensione, fondendosi perfettamente con la messa in scena: l’utilizzo di alcuni brani modificati di alcuni degli artisti portati sulla scena hanno creato un’atmosfera di sospensione e riverbero.
Lo spettacolo, seppur molto complesso da un punto di vista drammaturgico e per il forte impatto emotivo che colpisce gli spettatori, è un’opera che non lascia indifferenti e in più momenti è stata in grado di far ridere e commuovere il pubblico. Se l’obiettivo di questo Club 27 era di trasmettere un sorta di riflessione o di inno alla vita, attraverso la solitudine ed il dolore degli artisti che hanno fallito e che sono precipitati dentro un dolore bianco senza sfumature ed emozioni, si può allora dire che lo scopo è stato raggiunto, non solo con successo, ma con una sensibilità rara e non comune.
La compagnia teatrale I Cani Sciolti è una compagnia giovane, che riesce a distinguersi non solo per l’attualità e la complessità dei temi trattati, ma anche per la grande attenzione e maturità artistica del lavoro prodotto.