di e diretto da Luca Pastore
con Matteo Antonucci, Ludovica Avetrani, Martina Caronna, Claudio Filardi, Miriam Messina
musiche originali Mattia Yuri Messina
produzione Compagnia Teatrale Artigianale I cani Sciolti
18 Marzo 2017. Teatro Agorà, Roma
Dal 14 al 19 Marzo 2017 il Teatro Agorà ha ospitato The Crown, quarto spettacolo originale prodotto e messo in scena dalla giovane Compagnia Teatrale Artigianale I cani Sciolti, di cui Luca Pastore è regista, drammaturgo e direttore. Dalla nascita della compagnia – poco meno di un anno – I cani Sciolti hanno saputo imporsi celermente all’interno del panorama del Teatro off romano con lavori di qualità e mai scontati. Esemplare, a tal proposito, è The Crown, che trapassa i confini scenici, al di là di qualsiasi “quarta parete” esistente. Il pubblico, di fatti, attende in foyer l’inizio dello spettacolo insieme agli attori che lo interpreteranno. Ma non basta. Gli attori, senza alcuna ricercata finzione, interagiscono con il pubblico parlando del più e del meno: c’è chi non si vede da tempo, chi parla di lavoro o chi approfitta dell’attesa per fare nuove conoscenze.
Sala.
Il sipario aperto svela subito l’insolita scenografia: il palco è occupato quasi interamente da una struttura, composta da cavi di diversi colori, che somiglia ad una giostra, ma alla cui base, anziché simpatici cavalli, ci sono vecchi scatoloni e vestiti sparsi.
Tuttavia non è ancora tempo per gli attori di occupare lo spazio scenico. Si seggono sparsi in mezzo al loro pubblico, conversando tranquillamente per parecchio tempo, tanto da instillare il dubbio che la performance sia solo questa, finché un abbraccio scalda il cuore e un sussurro gela l’animo: “Devo andare. Non ho più tempo. Forse tornerò”. E’ con questa frase che i cinque attori di The Crown – Matteo Antonucci, Ludovica Avetrani, Martina Caronna, Claudio Filardi, Miriam Messina – salutano i loro vicini di posto e salgono sul palco.
“Non ho più tempo” continua ad echeggiare nella mente di chi stava abituandosi al palco inanimato e vorrebbe chiedere “Perché?”. Beh, quei cinque corpi – svestiti degli abiti da “pubblico” – danno vita ad una performance di un’ora proprio per rispondere al nostro tacito interrogativo.
Perché lasciarsi dominare dal tempo se è esso stesso creazione dell’uomo?
O forse è lui ad aver creato noi?
Tutto ciò che esiste e conosciamo possiede un’identità temporale.
Tuttavia l’uomo si è impossessato della “corona” del suo Tempo-Creatore per assecondare le proprie esigenze. Ci è realmente riuscito?
Quella vivace giostra colorata assume improvvisamente un significato differente: i cavi che la costituiscono non possono essere spezzati, ma al contrario, possono intrecciarsi, ingabbiare, soffocare.
Mediante partiture fisiche, non sempre sincronizzate, viene passata in rassegna – in chiave ovviamente metaforica – la storia dell’umanità.
Non esistono “personaggi” , a vivere in scena sono le Emozioni: amore, rifiuto, violenza, speranza si alternano e si uniscono tra loro, legandoci alla vita, legandoci agli altri.
Per quanto ci si voglia liberare del passato, dei legami deleteri che non permettono di andare avanti o dei ricordi dolorosi che attanagliano la mente, questi faranno sempre parte di quel fitto reticolo colorato che costituisce la vita, che costituisce il Tempo.