Luca Sapio and Capiozzo & Mecco Band: italians' got soul

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Gruppo: Luca Sapio e Capiozzo & Mecco Band

Line up:

Luca Sapio – voce
Antonio Padovano – sax
Palmiro Del Brocco – tromba
Alex Tomei – trombone
Valerio Guaraldi – chitarra
Michele Guidi – tastiere
Matteo Pezzolet – basso

Christian Capiozzo – batteria

 

Dove: Casa del Jazz, Roma

Quando: sabato 20 aprile 2013

Info:

Sito ufficiale Luca Sapio

Pagina Myspace Capiozzo & Mecco Band

Sito web Casa del Jazz

 Ascolta:

What Lord has done

How did we lose it?

Pocketful of stones

 

Solitamente il desiderio di ascoltare un artista dal vivo deriva da una conoscenza approfondita del suo repertorio. Eppure, in rare occasioni, attirati dal nome dei performer che si esibiscono e dalle ottime recensioni che contraddistinguono un progetto, si può decidere di tentare un approccio a scatola semi-chiusa. La soul machine composta da Luca Sapio e Capiozzo & Mecco Band può tranquillamente ascriversi a questa categoria.

Con l’esperienza da cantante di una band eclettica come i Quintorigo alle spalle, senza dimenticare la breve parentesi dei Black Friday (brillante progetto delta-blues con Adriano Viterbini alla chitarra), Luca Sapio si consacra come una delle migliori voci soul nostrane con il suo album d’esordio, Who Knows (Ali Buma Ye Records/Audioglobe, 2012), accompagnato stabilmente da Christian Capiozzo alla batteria e Michele “Mecco” Guidi alle tastiere. Una piccola gemma questo album e un gioiello il luogo che ospita la sua esecuzione dal vivo, la Casa del Jazz, da qualche anno a questa parte diventata un punto di riferimento per artisti e amanti del genere anche a livello internazionale.

Con i musicisti che entrano in sala, il concerto può avere inizio con l’esecuzione di Ju Ju, un brano tratto da Whisky Go Go della Capiozzo & Mecco Band (2006). Al termine di questa introduzione strumentale, Sapio entra in scena intonando Mother, Father, mettendo in evidenza da subito le sue enormi qualità vocali e l’intensa passione per la “musica dell’anima”. Segue quello che è il nuovo singolo estratto da Who Knows, What Lord Has Done, che per il cantante vuole suonare come “un augurio affinché Dio torni a guardare dalla nostra e dalla vostra parte”.

Sapio evidentemente è un grande appassionato non solo di musica, ma anche dei molti aneddoti marginali che ne accrescono la poesia. Ecco quindi che racconta la sofferta genesi di un immortale brano di Bobby Hebb, Sunny, prima strepitosa cover della serata, proposta in una versione decisamente più energica dell’originale, ma non meno emozionante. Poco dopo è il momento di Who knows, un’altra cover, stavolta di Marion Black, che dà il titolo all’album d’esordio della band.

Le note scorrono al ritmo scandito da Capiozzo, che sottolinea i colpi con le labbra e li ammortizza utilizzando mani e gomiti. Mecco Guidi sembra compenetrarsi nelle sue tastiere, si trova spesso ricurvo su di esse, a parte alcuni momenti in cui il groove raggiunge livelli vertiginosi tali da farlo schizzare in piedi.

Gli otto elementi sul palco alternano gli ottimi pezzi originali ad altre cover più o meno note, come Nothing From Nothing di Billy Preston, Rosey di Jim Sullivan e Super Bad del leggendario James Brown, spaziando dal soul di How did we lose it? al blues di Blinded by the Devil, fino alla funkeggiante Supa Road, pezzo strumentale in cui Capiozzo si prodiga in un assolo di batteria da brividi, andando a strappare grida di compiacimento a un pubblico eterogeneo per età e cultura musicale.

Si chiude la serata. Tutti applaudono senza risparmiarsi, consapevoli di aver visto qualcosa di grande. Qualcosa che ha trasformato una sala concerti sotto le mura aureliane nella Detroit degli anni sessanta.

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Autore

Redazione

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