Per la rassegna Aspettando Contest del Nuovo Cinema Aquila è stato proiettato ieri, 5 marzo 2013, alla presenza dei produttori Viola Prestieri e Riccardo Scamarcio, l’ultimo film di Cosimo Terlizzi, L’uomo doppio, documentario in concorso all’ultimo Torino Film Festival in cui il regista si è «usato come cavia per indagare sugli aspetti in luce e in ombra della personalità».
L’uomo doppio, di Cosimo Terlizzi, Ita 2012, Doc., 67′
Soggetto e Sceneggiatura: Cosimo Terlizzi
Montaggio: Cosimo Terlizzi
Musiche: Melampus, Christian Rainer
Supervisione alla fotografia: Federico Annicchiarico
Montaggio del Suono e Mixage: Massimo Carozzi
Prodotto da: Valeria Golino, Viola Prestieri, Riccardo Scamarcio per Buona Onda
Interpreti: Damien Modolo, Cosimo Terlizzi, Barbara Modugno, Christian Rainer, William Ranieri, Roberto Ratti, Paolo Romagnoli, Sissi
«Distruggi il tuo Ego».
Il documentario L’uomo doppio di Cosimo Terlizzi comincia da questa frase scritta su un muro da una cara amica del regista, deceduta in tragiche circostanze, per indagare le membra psicologiche e corporee dell’essere umano, attraverso un impianto audiovisivo fortemente intermediale e un percorso d’interrogazione aforistico che s’insinua in quel terreno in cui autobiografia e confessione s’ingarbugliano in una proficua indistinzione. Una scintilla che consente alla domanda perpetua sulla propria omosessualità, vero basso continuo dell’opera, non di mettere in crisi i protagonisti, lo stesso regista e il suo compagno, ma di tracciare il sentiero lungo il quale avviene una progressiva acquisizione razionale dell’essere carnale dell’uomo nel suo costitutivo rapporto d’identità-differenza con l’animale.
L’uomo doppio è il diario di un viaggio, fatto di spostamenti in alcune città europee come Lione, Londra, Bruxelles, Bruges, in cui l’uso di macchine fotografiche digitali, videocamere, pc portatili, i-phone permette secondo Terlizzi «di rappresentare la nostra contemporaneità nella maniera più fedele possibile senza troppi ostacoli». Lo spostamento geografico è un percorso esteriore documentato dai media utilizzati ed è il pendant di un analitico cammino interiore.
Il tentativo di cancellare il proprio Ego, di andare oltre il suo sbarramento simbolico, Ego, per accedere alla verità assoluta, nella quale si manifesta il cammino parallelo del prendere coscienza di sé e dell’apertura alla conoscenza del mondo, è evidentemente fallimentare. L’Ego è fondamento dell’indagine sul reale e consente di scoprire ulteriormente la propria identità sessuale. In una scena vediamo un’amica del regista “vestire” il proprio corpo di organi di animali. L’Ego è carne da macello, viande, organismo configurantesi come punto di accesso al mondo in cui si raccolgono flussi di liberazione istintiva e barriere morali costrittive.
L’uomo doppio, sdoppiato, raddoppiato: incarnato. Il film di Terlizzi è la descrizione cinematografica del viaggio di un Ulisse che parte dalla propria casa fisiologica e psicologica, l’Ego, sbarca nelle isole dell’Io e del Sé, si confronta con il Vuoto, il mondo, e alla fine fa ritorno in quelle quattro mura all’interno delle quali ci si sente spaesati e confinati. L’uomo doppio è un’opera di confine e narra con notevole e inquisitoria creatività artistica e documentale la confluenza dell’anima metafisica nell’io materialistico, lasciando spazio, nel finale, a un’ulteriore possibile e futura interrogazione.
Il ritorno al proprio sostrato animale non è una sua passiva e remissiva accettazione, ma una com-prensione volta all’apprendimento dell’Ego come costitutiva struttura bipolare: limite e, contemporaneamente, punto di partenza dell’essere umano. Oltre il logos, oltre l’ens rationale, c’è il corpo.
Su uno specchio pieno di vapore, simbolo dell’abrogazione soltanto momentanea della doppiezza dell’uomo, vediamo Terlizzi scrivere una frase lapidaria: «Conosci il tuo Ego».