Made in Belfast, di Paul Kennedy, Nord Ireland/Fra 2012, 85′
@ Irish Film Festa, Casa del Cinema, 27 – 30 Marzo 2014
Jack Kelly è un famoso scrittore proveniente da Belfast, nell’Irlanda del Nord. Ha ottenuto il successo quando era molto giovane grazie ad un romanzo nel quale raccontava le vicende personali delle persone a lui più care, senza nemmeno cambiare i loro nomi e causando perfino la rottura del matrimonio fra una coppia di suoi cari amici. La voglia di conoscere il mondo, una volta assaporato il successo, e la necessità di scappare da una situazione familiare difficile e dagli amici che ormai lo odiano, lo portano a lasciare la propria città e a non farvi più ritorno. Jack vive in Francia e sono otto anni che non torna a casa, quando riceve una chiamata da suo fratello che gli dice che suo padre sta morendo. Decide così di tornare a Belfast e affrontare il passato dal quale a lungo era scappato: suo padre, verso il quale prova un forte rancore; la rabbia degli amici traditi; la delusione della donna alla quale poco prima di partire aveva chiesto di sposarlo.
Made in Belfast è stato proiettato alla Casa del Cinema di Roma in occasione della settima edizione dell’Irish Film Festa. Si tratta di un film realizzato in sole due settimane con un budget molto ridotto e prodotto dalla KGB films, una compagnia di recente formazione che si basa sul principio di realizzare i migliori prodotti possibili sfruttando attori e risorse interne al paese.
Se per anni la tematica dominante nel cinema irlandese è stata quella storica e politica – proprio l’Irlanda del Nord fu teatro negli anni Settanta dei cosiddetti Troubles, i disordini che caratterizzarono il conflitto nordirlandese – questo film si allontana volutamente da questi argomenti, puntando ad un nuovo tipo di cinema, che non vuole cancellare il passato, ma superarlo, aprendosi a nuove influenze e a nuovi generi. Il tipico dark humour dell’Irlanda del Nord si manifesta soprattutto nel cinismo con il quale i due fratelli affrontano il rapporto problematico con il padre e la sua morte: il fratello di Jack non si risparmierà una battuta di spirito nemmeno di fronte alla salma del padre durante il funerale. Si tratta di una storia incentrata sui rapporti umani, ma in cui le vicende personali dei personaggi finiscono per diventare allegoria del popolo irlandese e della sua voglia di andare avanti e guardare al futuro. La città di Belfast diventa così simbolo del cambiamento: essa appare agli occhi del protagonista, che non vi torna da anni, sotto una luce tutta nuova, come una città moderna, rinata, nonostante negli abitanti sia ancora vivo il ricordo del terribile passato recente, che inevitabilmente si manifesta anche in questo film.