Titolo originale: “Before the devil knows you’re dead”
Regia: Sidney Lumet
Sceneggiatura: Kelly Masterson
Fotografia: Ron Fortunato
Montaggio: Tom Swartwout
Musiche: Carter Burwell
Produzione: Linsefilm
Interpreti: Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei
Durata: 108′
“May you be in heaven half an hour before the devil knows you’re dead”. Che tu possa arrivare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto.
Questo il detto irlandese che Sidney Lumet utilizza per dare il nome alla sua ultima opera cinematografica, uscita nelle sale americane nel 2007 e conosciuta in Italia con il titolo Onora il padre e la madre.
Nessuno può redimersi e a dirla tutta non c’è neanche qualcuno che faccia un tentativo serio. Una storia di amara rassegnazione, di bugie tanto stratificate da essere ormai quasi indistinguibili dalla verità. L’assurdità della violenza e della sopraffazione si mischia con la routine quotidiana, fino al punto di sembrare normale. Si, perché in questa vicenda di una famiglia media americana, non ci si scandalizza per niente quando a Andy, fratello maggiore, viene in mente la brillante idea di svaligiare la gioielleria dei propri genitori. Ok, il fratello Hank ha qualche dubbio iniziale, che però si smaterializza in un batter d’occhio appena l’ex moglie, con bambina al seguito, gli ricorda i conti da pagare. Due fratelli che giocano a fare i duri ma che si ritrovano a delegare a catena l’esecuzione del colpo, arrivando a provocare una tragedia che certo non era nelle loro intenzioni. Scherzano col fuoco e rimangono bruciati, fino a quando per tornare indietro sarà davvero troppo tardi, fino a che il limite sarà irreparabilmente superato e uscirne puliti diventerà impossibile. Tutti mentono con estrema facilità alla loro stessa carne, senza mostrare neppure un briciolo di rimorso. In questo crudele spaccato di vita, in questo fosco ritratto della società americana non c’è proprio nessuno che si salvi. Ogni singolo componente della disgraziata famiglia Hanson ha qualche panno sporco da lavare, ma per alcuni di loro togliere via le macchie sarà un compito davvero arduo. Hank e Andy devono riparare agli errori di una vita e per farlo pensano bene di scegliere la strada solo apparentemente più facile. Si inoltrano così in un cammino senza ritorno, fino a perdere completamente la consapevolezza e il controllo di sé (se mai lo avevano avuto). Capiranno sulla loro pelle che giusto e sbagliato possono essere difficili da discernere, e che non serve essere un mostro per commettere mostruose azioni. Per cercare di aggiustare le loro già misere vite finiranno con il distruggerle per sempre e, insieme a loro, trascineranno sul fondo anche chi si trova sulla loro strada.
Da questo quadretto familiare dai contorni tutt’altro che ben definiti si intravedono nodi mai sciolti, che forse saranno proprio la causa latente della tragedia che si abbatterà sugli Hanson, facendoli scivolare in un pozzo di crudeltà di cui non si intravede il fondo. Nessuno cerca il perdono e nessuno si pente. Forse solamente chi scappa, come Gina (Marisa Tomei) avrà qualche possibilità di riprendersi uno straccio di vita. Per certi versi non è più innocente del marito Andy o del cognato, ma al contrario loro fa un passo indietro e prova a riprendersi un briciolo di dignità. Solo lei riesce a urlare qualcosa di vero in un mondo di ipocriti sordi e muti, consapevole finalmente del fatto che mettere in fila un giorno dopo l’altro non equivale ad avere una vita.
Per gli altri invece non c’è possibilità neppure di questo genere di riscatto. L’odio e il rancore sovrastano ogni cosa e ognuno si spingerà a dei livelli di orrore ai limiti della follia. E allora, l’unico modo per sfuggire all’inferno sarà morire senza farsi notare dal diavolo.
