Cominciamo a non tenere più il conto delle volte in cui abbiamo parlato di Marco Angelini; da tempo ormai Nucleo Artzine annota con piacere l’evoluzione pittorica dell’artista romano, al punto da seguirlo sino a Varsavia. L’ultima volta che lo abbiamo recensito è stato in occasione di ”Solaris in Fabula” curato da Giusy Emiliano e presentato lo scorso anno presso la sala Santa Rita. Quest’anno il progetto ha superato i confini nazionali giungendo in Polonia, in occasione della mostra ”Caleidoscopio: la memoria e l’oblio” presso la galleria Nowe Miejsce.
Dunque una nuova personale di Angelini in terra polacca, che presenta ben 71 opere su tela, oltre al video di Solaris. All’ interno del titolo è racchiuso il significato di questa nuova produzione: senza perdere di vista l’analisi sociologica dello spazio vissuto, caratteristica del suo percorso, le opere dell’artista si fanno caleidoscopio appunto. Attraverso di esse infatti, lo spettatore scorge realtà che presentano diverse sfaccettature, in cui il presente si mescola col passato, “l’inizio non è mai la fine e la fine trattiene e contiene l’inizio” (cit. Giusy Emiliano e Raffaella Salato).
Gli oggetti incastonati nelle tele si fanno contenitore di memoria, di un’esistenza che fu e della quale resta solo l’essenza. Il dialogo col pubblico si fa così duplice: da un lato ci sono i ricordi dell’oggetto, dall’altro quelli dello spettatore; nel momento in cui si incontrano, si creano delle suggestioni grazie alle quali riemergono “gesti, suoni, odori ed emozioni”, permettendoci così di scavare nell’oblio, tra le cose che abbiamo dimenticato.
E proprio le emozioni sono le protagoniste del video: sentimenti come paura, rabbia e sorpresa vengono reinterpretati grazie all’abilità dell’attore polacco Jan Kozaczuk, mentre le tele di Angelini scorrono sullo sfondo. Un legame con la Polonia dunque che si rafforza sempre di più; che il pubblico polacco non abbia deciso di adottarlo? A questa domanda solo il tempo saprà rispondere; intanto ci auguriamo di rivedere al più presto una personale di Marco Angelini qui a Roma.