Artista: Marco Angelini
Titolo: “Speculum: la materia e il suo doppio”
Museo Carlo Bilotti | Aranciera di Villa Borghese
sino al 6 dicembre
Dopo numerosi esposizioni tra Roma, Varsavia, Londra e New York, finalmente l’arte di Marco Angelini entra in una sede istituzionale. Sino al 6 dicembre infatti, il Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese ospiterà 20 opere dell’artista romano, selezionate dalla curatrice Raffaella Salato e racchiuse sotto il titolo “Speculum: la materia e il suo doppio”. I lavori presenti in mostra coprono l’intero arco della produzione di Angelini, dando così al pubblico la possibilità di conoscere il suo percorso artistico. Data la sua formazione sociologica, attraverso le opere l’artista indaga la società che lo circonda, non solo quella in cui vive, ma anche quella che scopre nei suoi numerosi viaggi, analizzando le città e i suoi abitanti, le loro relazioni e interazioni, il loro incontrarsi diventando un’unica entità, senza per questo perdere mai la propria individualità. Protagonista assoluta resta la materia: oggetti d’uso quotidiano come lampadine usate, fili elettrici e nastri di musicassette o “rifiuti urbani” come rami secchi e tubi di plastica si mescolano sulla tela con colle e colori puri, che vanno dal bianco al rosso, dal blu oltremare evocativo di Yves Klein al giallo, tinta scoperta di recente dopo un viaggio in India. Un’azione pittorica che affonda le sue radici nel ready made di Man Ray e che l’artista reinterpreta in modo assolutamente personale.
Le opere non sono mai statiche, non si presentano mai come finite; prerogativa dell’artista infatti è la dialettica che si instaura tra queste e il pubblico, attraverso la quale studia le reazioni dello spettatore ed esplora ciò che ad un primo sguardo resta nascosto ed invisibile. Il dialogo inoltre avviene tra le opere stesse e così accade che si creino dei doppi per motivi ignoti all’intelletto e riconoscibili attraverso i sensi: le tele si richiamano l’una con l’altra a volte per il tema indagato, altre per l’uso dei materiali e altre ancora semplicemente per la cornice, che come afferma la curatrice rappresenta «l’involucro così caro all’artista». Come lo specchio riflette l’immagine al contrario, così in tale processo non emerge mai una specularità, dal momento che ogni opera mantiene la propria specifica singolarità. Un percorso espositivo ampio e illustrativo dell’attività artistica di Marco Angelini, che instancabile cresce e procede nella sua ricerca espressiva, mentre il pubblico col fiato sospeso attende di poter ammirare le sue nuove sperimentazioni.