Marco Travaglio | Slurp

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slurp-foto

regia Valerio Binasco

con Marco Travaglio, Giorgia Salari

produzione Promomusic

12 ottobre, Teatro Vittoria, Roma

Torna in scena dal 12 al 16 ottobre al Teatro Vittoria Slurp di Marco Travaglio, per la regia di Valerio Binasco. Lo spettacolo è tratto dall’omonimo libro del giornalista che in questo caso si mette nei panni del narratore su palco. Slurp è l’onomatopea del verbo leccare – con gusto – e Travaglio, accompagnato dalla divertente e azzeccatissima Giorgia Salari, parla con la sua peculiare e pungente ironia di giornalisti, politici, imprenditori e chi più ne ha più ne metta, dediti ciclicamente ed eternamente-come in un girone infernale dantesco-a leccare i potenti di turno.

Lo spettacolo si apre con le immagini del duce nell’atto di compiere alcune sue mirabili imprese sportive, che vengono celebrate dalla stampa e sono paragonate alle attuali attitudini sciistiche e ricreative dell’attuale presidente del consiglio Renzi. Ora come ieri la stampa “lecca”, lodando le prerogative salutari dei potenti…e così da questo incipit subito divertente, con le proiezioni di foto goffe e un po’ ridicole dei due iperattivi politici, si passa ad un gustoso elenco dettagliatissimo di fatti e aneddoti documentati, conosciuti e meno conosciuti, che mettono in luce il servilismo dei più svariati personaggi, non risparmiando proprio nessuno. Da Ferrara, che viene citato come un tormentone per la sua capacità di approvare infaticabilmente il politico di turno, a Bruno Vespa, il lecchino per eccellenza; attraversando il periodo della Prima Repubblica, gli anni di Tangentopoli, il Berlusconismo, le rapide parentesi del centro-sinistra e arrivando ai governi delle larghe intese, stipulati dopo la caduta di Silvio Berlusconi nel 2011. Si passa poi a Monti, Letta e di nuovo a Renzi, i quali, avverte Travaglio, sono arrivati al governo con un golpe bianco. Anche i presidenti della repubblica non sono risparmiati: Napolitano viene definito ironicamente “il re monarca, infallibile, colui che non sbaglia mai” che firma indisturbato tutte le leggi di Berlusconi; mentre Mattarella è chiamato l’uomo “grigio” e “invisibile”.

Sul palco, dove si alternano in monologhi la voce monocorde e affilata di Travaglio e quella brillante dell’attrice Giorgia Salari, prendono vita personaggi pubblici che conosciamo; ma qui si caricano di dettagli che ce li avvicinano e li rendono più drammaticamente umani e più orribili. Abituati  ad essere narcotizzati dai media, vivendo la politica come un fatto parallelo alle nostre vite, qui invece, si ha l’impressione di caderci dentro di testa, piedi compresi. Il nostro punto di vista viene abilmente spostato attraverso il pretesto di ilari racconti sulle macchine, il cane e l’amante di tizio e di caio; e questa virata ci fa guardare in faccia la realtà. Resta da mantenere la soglia di vigilanza alta, una volta usciti dallo spettacolo, e come suggerisce Travaglio alla fine, non farsi infinocchiare; non sostenere la stampa che non ci informa e ad ogni passo star svegli e ribellarci.

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