ideazione, scenografia, coreografia Lisa Rosamilia sonorizzazioni musica Giada Bernardini tecnico alla scenografia Fabio Sabaino 6 febbraio 2016, Teatro Studio Uno, Roma
Il Teatro Studio Uno di Torpignattara ha ospitato fra il 4 e il 7 di febbraio il nuovo lavoro della compagnia di teatro-danza Matroos, Chorisia, scritto, ideato ed interpretato da Lisa Rosamilia, accompagnata dalle sonorizzazioni di Giada Bernardini.
In un ambiente nel quale porte e finestre delimitano lo spazio, un flusso di movimento si alterna fra l’esterno e l’interno: l’atteggiamento di questo corpo fluido è contemporaneamente curioso nei confronti di ciò che lo circonda e puro nel suo intento di scoperta. La progressione nella ricerca dello spazio e delle modalità con cui relazionarcisi è scandita con forza da cambi di direzione ed ogni paesaggio tematico – che coincide con lo studio approfondito di un particolare ambiente scenografico – si chiude con una sospensione dall’atmosfera palpabile. Questo effetto è dato anche dalle tematiche sonore sviluppate dalla Bernardini, che sono in perfetta armonia con i movimenti corporei della Rosamilia e decisamente in linea con il lavoro per la scelta acustica. Degno di nota è l’impianto scenografico creato per la performance, in cui il legno, in tutte le sue forme, fa da padrone: queste strutture, legate fra loro, suscitano un forte senso di ciclicità della materia, sia che esse siano create dall’uomo con la tecnica della costruzione – come porte e finestre –, sia che esse appartengano alla primigenia forma dell’albero. L’altro grande protagonista della performance è il tessuto e la sua manipolazione: originale, evocativa e a tratti estremamente inquietante, questa interazione con materiali tessili riesce a creare sulla scena alcune presenze-simbolo stranianti, che accentuano l’espressività corporea in assenza di quella distraente del volto – spesso unico fulcro sul quale sviluppare e riportare l’emozione.
La qualità del movimento della performer, che rimane profondamente femminile ed avvolgente, è contemporaneamente morbida e scattosa. Ciò che stupisce è la capacità di Lisa Rosamila di abitare ogni fessura della struttura scenografica, essendo convincente ed equilibrata nei modi d’interazione con essa, mostrandosi quasi come una circense leggera. E se nell’arte circense è lo stupore a guidare l’occhio del pubblico, in questo caso è una certa dose di fascinazione, dovuta al mistero che suscita ogni movimento.
La sinergia del corpo con l’intera struttura – sia fisica che di onde sonore – crea una propagazione di vibrazioni intense che invade lo spazio circondante rendendolo elettrico e non risolvendolo main l’entropia: si è infatti in perenne lotta contro questa, nel tentativo di ricreare uno stato iniziale di equilibrio da cui far ripartire ciclicamente il flusso dinamico. Chorisia è natura che s’impossessa del luogo abbandonato, vitalità che s’insinua come acqua in ogni fessura, un rampicante che si ri-appropria dei suoi spazi infestando le strutture costruite dalla mano umana.