Nella giornata di mercoledì 26 Giugno è stato proiettato al Cinema dei Piccoli, in concorso nella sezione documentari del Med Film Festival The Grocer di Dimitris Koutsiabasakos, film che narra la storia di Nikos, fruttivendolo ambulante del Pindo
O manavis/The Grocer, di D. Koutsiabasakos, Gre 2013, 82’
Fotografia: Haris Farros
Montaggio: Apostolis Agroyannis
Produzione: KinoLab
Dal 1980, una volta alla settimana, Nikos Anastassiou, aiutato dalla moglie Sofia e dai figli Kostas e Thimios, percorre, con il suo camion, 75 chilometri per vendere la frutta e la verdura a tutte quelle persone che abitano in alcune zone isolate della parte sud occidentale della catena montuosa del Pindo, in Grecia.
Dimitris Koutsiabasakos riprende la loro attività di fruttivendoli ambulanti con un occhio indiscreto che constata un viaggio scandito da un imperturbabile e bisognoso ritorno dell’uguale, immerso nell’unione solida e costante di paesaggi meravigliosi e personaggi dal candido sapore eremitico e paesano. La macchina da presa, estremamente mobile nel riprendere gli esterni, segue il viaggio dei quattro attraverso il ciclo delle stagioni: inverno, primavera, estate, autunno e di nuovo inverno, quasi a mostrare un processo circolare di ravvivamento – evidenziato dalle persone che, durante le giornate estive, cantano e ballano sulle note delle canzoni tradizionali greche emesse dagli altoparlanti del camion di Nikos – e di nuova apparente e silenziosa moria. A circa metà del film molte persone – la maggior parte anziane – vengono riprese immobili, con le buste della spesa appena effettuata in mano, come a testimoniare il legame decennale con questi venditori. Nikos è il “loro” fruttivendolo e l’incontro settimanale non può che assumere i toni di una rinnovata philia primitiva fondata sul rapporto di fiducia tra venditore e cliente.
Contro la costruzione della diga del fiume Acheloo, protesta portata avanti dagli abitanti di questi paesini, Koutsiabasakos inserisce inoltre alcune immagini di repertorio e in bianco e nero di un’alluvione.
The Grocer diviene così un originalissimo road movie in cui il viaggio distrugge la sua concezione lineare, che include una partenza e un arrivo, per assumere su di sé un’intrinseca ripetitività fusa abilmente con la differenza interna allo scandire, questo sì lineare, del tempo della vita.