MOLTO FORTE INCREDIBILMENTE VICINO

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Molto Forte Incredibilmente Vicino 129’, USA 2012,

Regia Stephen Daldry,

Sceneggiatura Eric Roth,

Soggetto Extremely Loud & Incredibly Close, tratto dal libro omonimo di Jonathan Safran Foer,

Musiche Alexandre Desplat,

Produttore Scott Rudin,

Interpreti Tom Hanks (Thomas Schell), Sandra Bullock (Linda Schell), Thomas Horn (Oskar Schell), Max Von Sydow (l’Affittuario), Viola Davis (Abby Black), John Goodman (Stan il portiere), Jeffrey Wright (William Black), Zoe Caldwell (Nonna di Oskar)

Gli occhi lucidi di un bambino che osservano cercando oltre e scrutando. Subito un senso di angoscia e malinconia ci pervade. È solo l’inizio, ma già sembra di farne parte.

La storia di Oskar, in una New York tutta da scoprire, è in realtà la storia di molti altri bambini newyorkesi. Il nostro protagonista vive la sua vita come fosse un’avventura, grazie ai continui stimoli del padre – un efficace Tom Hanks, Thomas Schell nel film, nel suo ruolo forse più congeniale – e, mentre è alla ricerca del sesto distretto di Manhattan, le Torri Gemelle sono abbattute, cambiando la sua vita. E quella del Mondo intero

Cambia perché Thomas sparisce nelle rovine del più grande attentato terroristico della storia e perché, a distanza di un anno, Oskar ritrova nell’armadio del padre una chiave, conservata in una bustina di carta con su scritto “Black”. Ogni chiave apre un lucchetto e Oskar deve assolutamente trovare cos’è che il padre gli ha lasciato nascosto. Soltanto così potrà metabolizzare e capire cosa è successo nella sua vita, soltanto così potrà accettare di aver seppellito una bara vuota. Oskar parte quindi alla ricerca del suo signor Black per tutta New York, attraverso un meccanismo intelligentissimo e capillare, rispettando tutti i punti di una ricerca da vero esploratore, così come Thomas glieli aveva trasmessi. Il tutto all’insaputa, non del tutto, della madre – un’ eccezionale Sandra Bullock, intensa -.

L’esplorazione di Oskar segue l’istinto e la visione del mondo di un bambino. Il suo rapporto con le persone che incontrerà nel viaggio, tra le quali spicca il personaggio dell’affittuario che vive in casa della Nonna – il pluripremiato Max Von Sydow – è il ritratto di questo film. La voglia di non mollare, di aggrapparsi alla vita e alle piccolezze che essa raccoglie, cose che soltanto un bambino può tirar fuori. A tratti molto commovente, il film subisce un lieve calo intorno alla metà, una ventina di minuti nei quali sembra che tutto si appiani, ma in realtà è soltanto la calma prima dell’onda emotiva che ci trasporta nel finale, per niente scontato.

Tratto dal romanzo di Jonathan Safran Foer, portato sul grande schermo con molta attenzione ai particolari ed estrema sensibilità – trattandosi di un argomento delicato come quello dell’attentato dell’undici settembre, che ha sconvolto la vita di molti bambini sopravvissuti ai propri genitori, Daldry ha deciso di ricorrere persino all’aiuto dell’organizzazione Tuesday’s Childrens, struttura fondata da famiglie e amici delle vittime dell’attentato – .

Molto forte l’impatto sul pubblico di questo film. Incredibilmente vicino è il respiro di Oskar mentre, disperato e rifugiato nel suo nascondiglio, si chiede a chi si riferisse il padre quando domandava al telefono: «Ci sei? Ci sei? Ci sei? Ci sei? Ci sei? Ci sei? Ci sei? Ci sei? Ci sei?».

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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