Mosaico è il nome del lavoro presentato al Teatro Greco da Benedetta Capanna e Vittorio Naso. La sinergia tra la coreografa e il musicista è stata accolta da un numeroso pubblico. Il lavoro è stato presentato da Ricky Bonavita e Theodor Rawyler, della Compagnia di danza Excursus.
Mosaico
Coreografia e danza: Benedetta Capanna
Live music: Vittorio Naso
Disegno luci: Aurelio Rizzuti
Produzione: Excursus con il contributo di CORE nell’ambito dell’Officina Coreografica 2013
Ringraziamenti: Teatro Potlach
3 novembre 2013 – Teatro Greco, Roma
La ricerca che la danzatrice ed il musicista hanno sperimentato ci racconta la volontà di ricomporre il sé, forse oggi perso, di una persona, ci racconta la ricomposizione di tasselli profondi e importanti troppo spesso dati per scontati.
La stessa presentazione sottolinea la ricerca di contrasti: «di un centro senza centro, costruire e decostruire, disintegrarsi per integrarsi …». Un ricercare non facile ma profondo, da affrontare, come dichiarato dagli artisti, con calma e pazienza.
La scena si apre a noi senza pretese, ben definiti lo spazio della danza e quello della musica; strumenti curiosi, dal suono poco canonico, conducono i movimenti di Benedetta. Il dialogo tecnico c’è, forse è mancato quello emozionale, quello che tocca le corde profonde dello spettatore. É, tuttavia, un lavoro che travolge nei suoi 5 movimenti danzati, dove è il cambio di un dettaglio nel vestire che sottolinea la modifica del paesaggio intimo ed apre ad un nuovo movimento, a volte interno ed essenziale, altre volte ampio e dichiaratamente danzato per lo spettatore.
La danza a cui assistiamo è evidentemente scaturita da una ricerca corporea della danzatrice che, aiutata da un corpo davvero «duttile e malleabile» nonché splendido, mostra degli ottimi spunti di ricerca fisica che però, forse troppo spesso, vengono abbandonati per andare verso una danza codificata e visivamente bella.
L’energia resta costante quasi nella totalità del lavoro, forse solo il primo movimento ci dà un sapore diverso, più intimo, un sapore che riusciamo a percepire talvolta laddove, nello scorrere della piéce, assistiamo ai cambi d’abito, di tassello.
Mosaico rimane un lavoro di ricerca tra due mondi, il suono e il movimento, che hanno bisogno di unirsi per sopravvivere. Anche qui, inevitabilmente, nonostante nel lavoro non vi siano denunce dichiarate, sorge spontanea la sempiterna domanda sul futuro culturale, sul nutrimento dell’anima umana.
La serata procede con Seconda Circe: Resort+ Laces= Forgotten, lavoro di Giordano Novielli interpretato dall’autore e da Emiliano Solferino.
In questa piéce viene indagato il mito di Circe attraverso la voce, il movimento, la videoproiezione e l’uso di molti oggetti scenici.
Un’idea interessante, sicuramente da approfondire e ricercare.