Articolo di Cecilia Carponi.
W. 3 ATTI PUBBLICI: WHERE, WHEN, WHO
concept Saniela Nicolò, Enrico Casagrande, Silvia Calderoni regia Daniela Nicolò, Enrico Casagrande con Enrico Casagrande, Silvia Calderoni, Marco Baravalle, Chiara Colasurdo, Ciro Colonna, Giorgina Pilozzi, Camilla Pin, Laura Pizzirani collaborzione Angelo Mai Altrove Roma, Ex-asilo Filangeri La Balena Napoli, Macao Milano, Nuovo Cinema Palazzo Roma, Sale Docks Venezia, Teatro Valle Occupato Roma suono Massimiliano Rassu video Andrea Gallo, Alessio Spirli (Aqua-Micans Group) produzione Motus_Making The Plot 2011>2068, Les Subsistances Lyon e Centrale Fies-Drodesera 201214 e 15 settembre, Short Theatre 7 – WEST END @ MACRO Testaccio, La Pelanda, Roma
Qual è la prefigurazione futura che più ci intimorisce? È questa la domanda da cui si dirama la fertile irrequietezza dei Motus, accompagnati da un eterogeneo mucchio selvaggio.
W. è uno spettacolo travolgente: infonde terrore e speranza, ansia e fiducia. È una continua provocazione che corre su un binario fatto di compartecipazione e ostilità. L’esperimento si divide in tre atti, Where, When e Who, che corrispondono a «sospese evocazioni di tempi, spazi e individualità», più che a veri e propri interrogativi.
Nel primo atto-assemblea Where, i collaboratori/ospiti provenienti dalle varie realtà dei centri culturali occupati di tutta Italia, indagano la condizione dall’artista come nomade globale. Si parla di viaggi fisici e creativi, di rizomi, ovvero di reti in grado di unire i luoghi e i modi della sperimentazione artistica. L’assenza di certezze è illustrata come un’opportunità: è nel movimento che si praticano l’innovazione e la creatività. Si tratta di giovani artisti e tecnici che hanno scelto di impiegare il loro tempo in luoghi auto-organizzati, liberati o diversamente gestiti, piuttosto che in spazi istituzionali che tendono a sfruttare orde di stagisti non retribuiti. E ancora, si sonda lo status di ‘fuorilegge’, di uno stare altrove che spesso viene considerato fuori dal mercato. E si evidenzia l’importanza della condivisione della felicità.
Il secondo atto-solitario When è una denuncia: città digitalizzate da apparati di sorveglianza sempre più avanzati. In scena c’è Enrico Casagrande che, seduto di schiena, scrive al computer. Nuovo documento vuoto: il tremore che coglie ad ogni nuovo inizio. Sul tetto del MACRO è stata istallata una postazione di controllo, la cui telecamera, collegata a un proiettore, ci mostra quanto avviene simultaneamente sopra le nostre teste: Silvia Calderoni, con la sua fisicità incontenibile e magnetica, corre, urla, crea situazioni estreme. Un microfono amplifica il battito del suo cuore. E il dialogo tra attrice e regista prosegue su dinamiche di libertà scenica e sociale, sulle dicotomie tra interno/esterno, scena/pubblico, istinto/controllo.
Infine, l’atto-corale notturno Who è una danza che invita tutti gli spettatori a indossare cappucci floreali e a partecipare, sulle note di Bird of prey dei Doors.
W. 3 atti pubblici nasce per il Drodesera Fies Festival 2012 “WE FOLK!”. Lo spettacolo fa di sé la dichiarata tappa di un percorso il cui sottotitolo è Incontri con uomini, donne e romanzi straordinari. Il viaggio verso Animale politico, il cui debutto è atteso – con trepidazione – per il maggio del 2013, può già vantare la partecipazione di quel pezzo di teatro e d’anarchia che è Judith Malina, storica fondatrice del Living Theatre.