Music for 18 Musicians: esperienze minimaliste alla IUC

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Martedì 9 aprile, presso l’aula magna dell’Università La Sapienza, l‘Ars Ludi Lab e il Ready Made Ensemble, con Gianluca Ruggeri (concertatore) hanno tenuto il concerto MUSIC FOR 18 MUSICIANS,  con musiche di Reich, Lang e Bryars  minimaliste nell’ambito della stagione Istituzione Universitaria dei Concerti.

 

Artisti:

Ars Ludi – percussioni

Ready Made Ensemble – voci, pianoforti, percussioni, fiati, archi

 

Dove: Università Sapienza – Aula Magna

Quando: 9 aprile 2013

 

Ascolta:

Steve Reich Music for 18 Musicians

Ars Ludi plays Tehillim di Steve Reich

Raramente si riscontra all’interno delle programmazioni di stagioni musicali istituzionali un concerto dedicato interamente alla musica contemporanea. Martedì sera, nell’aula magna dell’Università La Sapienza, nell’ambito della stagione della IUC, si è tenuta una serata completamente all’insegna della musica minimalista.

Il minimalismo è una corrente artistica nata intorno agli anni ’60 e non coinvolge soltanto la musica, ma anche le altre arti. Le influenze che confluiscono nel minimalismo musicale sono molto e variegate; fra queste forte è la presenza della cultura del ritmo africana, altrettanto percettibili sono le influenze della musica orientale, specie quella del gamelan di Giava (unico caso al mondo di musica tradizionale basata esclusivamente su orchestre di percussioni e quindi di sovrapposizioni di ritmi diversi), importante sono anche gl’influssi che su questo genere hanno esercitato le nuove possibilità offerte dagli strumenti elettronici, come il registratore a nastro magnetico e il sintetizzatore.

IL programma della serata si apre e si chiude con due brani molto famosi di Steve Reich, Nagoya Marimbas, per due marimbisti, del 1994, e Music for 18 musicians, per ensemble, del 1976. Nella parte centrale dello spettacolo sono stati proposti due brani di altri autori, anch’essi esponenti del panorama minimalista: I Lie, per 4 voci femminili, del 2001, di David Lang, e Out of Zalescki’s Gazebo, per due pianoforti a otto mani, del 1976, di Gavin Bryars.

Il nome di Steve Reich è indissolubilmente legato a quello della musica minimalista della quale – insieme ad altri nomi come quelli di Philip Glass, La Monte Young e Terry Riley – ha contribuito a creare l’estetica.

I due brani che aprono e chiudono la serata presentano la grande capacità di scrittura e la grande abilità del compositore di declinare il suo pensiero minimalista su organici molto diversi, senza perdere di originalità ed espressività. Il pezzo per due marimbe, anche se breve, riesce a dare al pubblico tutti i caratteri e le emozioni che verranno ampiamente esplorate nel brano di chiusura, emblema della musica di Reich, Music for 18 musicians. Nella sua grandiosità questo pezzo riesce a sorprendere l’ascolto in continuazione grazie al rinnovarsi delle soluzioni ritmiche e orchestrali che Reich sapientemente dosa. I patterns ritmci ossessivi sovrapposti e intrecciati creano un blocco sonoro continuo, ma cangiante.

Vicino allo stile di Reich è il brano di Bryars, nel quale i quattro esecutori intrecciano le loro mani sulle tastiere dei due pianoforti proponendo ancora un ipnotico flusso musicale, questa volta intervallato da frammenti di brani di un compositore di musica popolare degli inizi del ‘900, Percy Grainer.

Di diversa impostazione risulta invece il pezzo di Lang, in cui le quattro voci ripetono una serie di frammenti di scale ascendenti formati da quattro note per poi giungere alla fusione di queste note in accordi.

Tutti i brani erano di difficile esecuzione: in questo tipo di musica al musicista si richiede non solo la giusta realizzazione della partitura, ma anche una profonda attenzione a tutto ciò che succede intorno: la più minima sfasatura di un pattern ritmico potrebbe compromettere l’intero andamento del pezzo. Da sottolineare è, quindi, indubbiamente, la qualità dell’esecuzione: i tanti musicisti sul palco hanno saputo trasmettere ottimamente le caratteristiche dei brani eseguiti, magistralmente coordinati dal M° Gianluca Ruggieri. 

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Autore

Francesco Bianco

Musicista e critico musicale, da sempre interessato all'arte e al rapporto di questa con la vita. Laureato al DAMS e in Musica Elettronica, lavora come compositore, insegnante e redattore.

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