Il giornalista napoletano Stefano Piedimonte, specializzato in cronaca nera, pubblica con la casa editrice Ganda Nel nome dello Zio, il suo primo romanzo: la storia che ci racconta è tutta incentrata sulla sottocultura che fuoriesce dal mondo della malavita napoletana.
Titolo: Nel nome dello Zio
Autore: Stefano Piedimonte
Editore: Guanda
Anno I ed.: 2012
Lo Zio del titolo è uno spietato boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli che, a seguito di un blitz, è costretto a rintanarsi in uno squallido albergo. I suoi feroci sodali riescono a scoprire chi lo ha tradito ed escogitano un piano geniale per svelargli il nome del traditore. Lo Zio infatti ha insolita un’ossessione per un capo-mafia, un vizietto noto a tutta la rete dei suoi affiliati: non perde una puntata del Grande Fratello, di cui è totalmente catturato.
I suoi fedelissimi decidono di far entrare un guaglione nella casa del Grande Fratello così che, durante la diretta, possa trasmettere al boss il messaggio che gli rivelerà il nome di chi lo ha tradito. Il ragazzo che viene scelto è Anthony – un giovane pusher dallo stile neomelodico, di cui si sente una promessa – che viene reclutato da Peppino o’ fetente, un capozona grasso che lo tiene in pugno con la sua ferocia. Il povero Anthony deve subire una formazione accelerata che lo trasformi da un qualunque normalissimo spacciatore in un caso umano che lo renda così interessante da poter essere selezionato. Così impara a ballare, cantare, leggere libri di poesia che è costretto a memorizzare, ad inventare storie di fantasia sul proprio passato.
Nella Casa Anthony scopre uno mondo spettacolare costituito da meccanismi simili al mondo della malavita organizzata. La violenza, la sopraffazione, la falsità, il prendersi gioco di persone e sentimenti sono le regole su cui viene costruito lo spettacolo. L’eliminazione della concorrenza, dei personaggi scomodi, dei traditori del clan…
Quella di Piedimonte è una brillante parodia della malavita campana sullo sfondo di una città problematica, con una galleria di personaggi grotteschi e irreali, e al tempo stesso comici e ridicoli; come ad esempio, la madre di Anthony che sapendo di avere un figlio spacciatore, non se ne vergogna affatto, anzi, ma prova ribrezzo al solo pensiero di vederlo tra i concorrenti del Grande Fratello. Oppure alla figura dello Zio, il capo indiscusso, una sorta di Dio che tutto può e tutto controlla. Personaggi talmente incredibili e assurdi da essere perfetti per un romanzo, ma non uno di pura fantasia. La verosimiglianza diventa la qualità inconfondibile di una storia che si legge con piacere, traducendosi in una critica feroce alla figura del capo-mafia. Durante la lettura sembra di vivere nei Quartieri Spagnoli, di vedere quei guaglioni che scappano alla vista delle forze dell’ordine.