Dall’uomo si generano le religioni, dagli uomini le folle.
Nelle religioni e nelle folle l’uomo cerca qualcosa che lo sovrasti e lo inglobi fino a farlo sentire parte di un tutto. In queste proiezioni l’uomo tenta di varcare i suoi limiti, di essere più di se stesso. Da tutto ciò si vuole acquisire una potenza interiore, un vincolo con qualcosa all’infuori di sé il quale, oltre sé, non contempla nient’altro.
All’infuori di me – La folla e l’esperienza religiosa si chiama, appunto, il “percorso per immagini” realizzato da Andrea Pacanowski.
La serie di fotografie, raccolte tra le masse radunate dalle grandi religioni monoteistiche, suddivide in un mosaico di singoli queste folle assiepate. La scomposizione delle immagini fa in modo che le molteplici individualità si presentino contemporaneamente allo sguardo dell’osservatore tanto come singolarità isolate quanto come componenti indispensabili di un insieme maggiore.
Proprio come in un mosaico, le tessere devono essere incollate tra loro per poter definire un disegno; allo stesso modo gli esseri umani ricercano disperatamente qualcosa che li leghi l’un l’altro, dando un significato al loro essere, guidandoli.
La forza vincolante del gruppo, del ritrovare se stessi e le proprie convinzioni in uno spazio condiviso in cui l’Altro non è più un qualcosa cui contrapporsi ma, anzi, un altro sé in cui potersi riconoscere, diviene il collante per queste isolate tessere umane.
L’immagine complessiva che emerge dall’insieme delle opere non è tanto quella della fede, quanto quella di una necessità di condividere.
Tale condivisione, tuttavia, non è immediata e non è per tutti. Di nuovo, come in un mosaico, i colori vividi delle folle in preghiera sono separati dallo spettatore da uno strato vetroso.
Le quaranta fotografie esposte, realizzate dall’artista attraverso una tecnica particolare, non permettono di cogliere nitidamente i soggetti, né singoli né complessivi. Chi guarda non fa parte di chi agisce, di chi è elemento della condivisione: ne è osservatore esterno, ma da esterno è anche l’unico che può cogliere la somma, sia pure sfocata, di tutti gli addendi.
Se anche non è possibile provare, da spettatori, ciò che congiunge le enormi masse di fedeli ritratte nelle opere, è pur sempre possibile, attraverso esse, farsi un’idea di come centinaia di persone, le loro credenze e i loro bisogni possano essere racchiuse in un enorme mosaico.
E se di tale immagine globale si può non comprendere ciò che solo i partecipanti condividono -c’è pur sempre un ostacolo, per quanto traslucido, che divide da essi- è comunque possibile comprendere la necessità umana di riunirsi per essere, poi, all’infuori di sé.
ANDREA PACANOWSKI
ALL’INFUORI DI ME – LA FOLLA E L’ESPERIENZA RELIGIOSA. UN PERCORSO PER IMMAGINI
Museo di Roma in Trastevere, piazza Sant’Egidio 1b, Roma,
a cura di Diego Mormorio,
02 marzo 2012 – 22 aprile 2012
immagine Andrea Pacanowski Fes 2011 #4850.
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