Nina

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Lunedì 12 aprile presso il cinema Barberini è stato trasmesso in anteprima il primo lungometraggio della regista romana Elisa Fuksas, Nina. La giuria della sezione ItaliaFilmFest Opere prime e seconde della IV edizione del Bif&st 2013 ha attributo una menzione speciale al film: «Un’opera di grande personalità artistica che fa del talento visivo la sua originalità e affida allo spazio e al tempo i segni della sua ricerca».  

Nina, di Elisa Fuksas, Ita 2013, 84’

nelle sale cinematografiche dal 18 aprile

Soggetto: Elisa Fuksas

Sceneggiatura: Elisa Fuksaas e Valia Santella

Direttore della fotografia: Michele D’Attanasio

Musiche originali: Andrea Mariano

Montaggio: Eleonora Cao e Natalie Cristiani

Produttori: Silvia Innocenzi e Giovanni Saulini

Prodotto da: Magda Film e Paco Cinematografica

In collaborazione con : Rai cinema

Distribuzione: Fandango

Interpreti: Diane Fleri (Nina); Luca Marinelli (Fabrizio); Ernesto Mahieux (Prof. De Luca); Luigi Catani (Ettore); Marina Rocco (Marta Adami); Andrea Bosca ( Paolo Adolfi); Claudia Della Seta (Rossana)

Nina è arte perché prima ancora di voler raccontare una storia disegna una personalità originale che ha bisogno di esprimersi. «Mi manca il coraggio. Il coraggio di desiderare le cose che ho ma soprattutto quelle che non avrò (mai?)». Nina è una riflessione sulla necessità di ascoltare se stessi per capire davvero cosa si desidera dalla vita. Eppure Nina, la protagonista del film interpretata dall’attrice Diane Fleri, è incapace di ascoltarsi, ha paura. Le sue emozioni passano per i luoghi che attraversa da sola in un’arida estate, alla ricerca di un inizio in cui scoprire senso, bellezza e grazia. Una trama semplice ed evanescente, costellata dal caldo estivo nel mese di agosto in una Roma in cui tutto si svuota e il caos lascia spazio al caso. È il caso a dominare la vita di  Nina che resta in un’estate divisa tra chi parte e chi resta.

La sua vicenda nasce quando il suo migliore amico le chiede un favore: prendersi cura di Omero, il cane depresso dei genitori. La ragazza accetta trasferendosi nella casa di famiglia dell’amico in un quartiere dove dissonanze e assonanze geometriche s’intrecciano a spazi immensi e disabitati: l’Eur. Da questo momento in poi per Nina incomincia un periodo nuovo pieno di incontri tra realtà e immaginazione. Il professor De Luca, sinologo napoletano, Ettore, atipico bambino custode del palazzo dove è andata a vivere, il cane Omero, Marta, ragazza energica e vitale a cui Nina fa lezioni di canto “clandestine”. E poi Fabrizio, un violoncellista incontrato per caso, ma inseguito per scelta nelle notti male illuminate e nei giorni di sole implacabile dell’Eur.

La giovane regista Elisa Fuksas è laureata in architettura e ciò si percepisce all’interno delle immagini cinematografiche. «Sono malata d’architettura» confessa Elisa Fuksaas. E si vede dalle linee tracciate dalla mdp, dalla  luce di Michele D’Attanasio e dalle strutture voluminose dell’Eur che si combinano secondo piani geometrici variabili, nel tentativo di trasformare il quartiere in un simbolo del racconto e di creare risonanze emotive con il personaggio. «Io ho scoperto di capire Nina un po’ alla volta – spiega Diane Fleri in conferenza stampa – mi sono resa conto di quanto mi assomigliasse in quel periodo della mia vita. Ero molto coinvolta da lei e con Elisa abbiamo parlato del personaggio, di come vada in crisi, della necessità che ha di fare dei passi avanti. Il film ci fa vedere quello che lei sente all’interno e lo riflette anche all’esterno. Nina in quest’estate all’Eur si muove come una turista, è come se passeggiasse nelle vite altrui e fosse una turista anche nella sua». Mai come stavolta, spiega l’attrice «ho avuto l’impressione di aver partecipato ad un’opera d’arte, più della storia conta la visione originale che ne dà Elisa». Nina è come il personaggio femminile di Dorabella nell’opera lirica di Mozart Così fan tutte: «Smanie implacabili che m’agitate/ dentro quest’anima più non cessate/ finchè l’angoscia mi fa morir/ esempio misero d’amor funesto/ darò all’ Eumenidi se viva resto/ col suono orribile de’ miei sospir».

Così, forse, fan tutte. E così, di certo, fa Nina. 

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Redazione

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