Noi non siamo come James Bond

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In concorso al 30° Festival del Film di Torino, Noi non siamo come James Bond arriva in antemprima nelle sale del Kino insieme al regista Mario Balsamo che presenta il suo ultimo documentario autobiografico.

Noi non siamo come James Bond, di Mario Balsamo, Ita 2013 73′

Sceneggiatura e Soggetto: Mario Balsamo, Guido Gabrielli

Montaggio: Benni Atria, Tommaso Orbi

Musiche: Teho Teardo

Produzione: Hasenso, Mir Cinematografica con la collaborazione di Rai Cinema

«There are two ways to conceive of the cinema of the Real: the first is to pretend that you can present reality to be seen; the second is to pose the problem of reality». Così affermava Edgar Morin.

Mario Balsamo e Guido Gabrielli. Rispettivamente regista documentaristico ed editore, sono due persone comuni, con una solida amicizia rafforzata da anni di ricordi accumulati insieme – tra cui la comune esperienza di una grave malattia combattuta e sconfitta. Appassionati di cinema, di yoga, di musica, di viaggi e della saga sull’agente britannico più famoso del mondo. Noi non siamo come James Bond parte dal presupposto di raccontare, in modo genuino e scevro da ogni forma di patetismo, un intermezzo della vita di queste due persone. Il loro modo di affrontare la vita dopo la malattia.

«Non perché ci siamo ammalati, piuttosto perché siamo guariti?» Questa e altre domande spingono i due a mettere insieme le loro energie in un film che si discosta dalla classica struttura didattica del documentario. Senza cercare lo stra-ordinario, l’opera di Balsamo si inserisce in un contesto in cui realtà privata e filmica si uniscono, semplicemente, in un’unica linea di senso. Siamo dalle parti del kinoglaz dove la cinepresa diventa un filtro attraverso cui guardare la realtà in maniera più lucida e carica di significato. Circa a metà del film i due protagonisti si ritrovano a discutere se inserire o meno alcune riprese nel film. Si ha allora l’impressione di aver assistito al film insieme a loro. Un’auto-riflessione che svincola abilmente dal compiacimento di sé o dal piangersi addosso – come accade invece in Arirang di Ki-Duk. Balsamo riesce con delicatezza a eliminare il dislivello che separa chi è dietro lo schermo da chi è davanti. Non più “registi” e “attori”. In Noi Siamo James Bond tutti, spettatori inclusi, ritrovano una dimensione di vita umana e la realtà torna ad una sua forma di verità comune. Un corto circuito che si chiude proprio di fronte all’opposto negativo che funge da rafforzo: la figura di Sean Connery, fil rouge per la narrazione del film. In varie occasioni i due descrivono il loro James Bond ovvero la loro “immagine” dell’uomo vincente, capace di districarsi da ogni situazione pericolosa o scomoda: un uomo capace di affrontare il mondo e vincerlo. Quello di telefonare a Sean Connery/James Bond per chiedergli la formula dell’immortalità, non è solo un vezzo ironico del regista per dare colore e inserire un tocco di leggerezza al racconto. Il film diventa vita e la vita diventa film. In questa congiunzione è proprio la realtà “esterna”, vissuta tramite il viva-voce di un telefono, fatta di eroi perfetti e di star irraggiungibili, a riportare l’attenzione su come il mondo di “finzione” non sia mai un mondo isolato ma incida sempre e profondamente sulla nostra esistenza.

A poco importa allora la sbrigativa risposta di Connery. La delusione si trasforma in catartica risoluzione. Il film finisce e la vita continua. Restiamo però con la forte convinzione che Noi non siamo James Bond sia l’ennesima riuscita dimostrazione di un’Italia cinematograficamente viva, attiva ed entusiasta.

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Webmaster - Redattore Cinema

4 commenti

  1. Avatar

    grazie!!
    poi la citazione di Morin è superlativa!
    Aggiungo solo una nota: in Concorso a Torino, “Noi non siamo come James Bond” ha vinto, ex aequo, il premio speciale della Giuria

    • Avatar
      Mauro Ferrante il

      Giustissima nota che ho dimenticato, faccio mea culpa. E aggiungo che la giuria era compasta da personalità di uno spessore non irrilevante quali Paolo Sorrentino e Karl Baumgartner!

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