The History of Apple Pie live at FSNCPS ESSENCE
Line up:
Stephanie Min – voce
Jerome Watson – chitarra
James Thomas – batteria
Kelly Lee Owens – basso
Aslam Ghauri – chitarra
Quando: 6 Gennaio 2012
Dove: Animal Social Club, Roma
Foto: Luca Gandolfi
Per maggiori info:
Saltellando qua e là tra blog e video di youtube, l’idea che ti fai History of Apple Pie è molto chiara: chitarre anni ’90, testi sdolcinati e influenze importanti come My Bloody Valentine, Dinosaur Jr e Sonic Youth. I rischi sono sempre gli stessi per queste nuove giovani band: non dire niente di nuovo, emulare sfacciatamente gruppi del passato e annoiare chi le ascolta. Eppure questi cinque ragazzi di Londra, poco più che ventenni, riescono a scongiurare il pericolo della banalità e ci regalano un piacevolissimo live show.
Sono otto i pezzi in scaletta – tra cui spiccano i brani più famosi sul web Tug, You’re so cool e Mallory – intervallati dalla voce di Stephanie che ringrazia timidamente Roma e il pubblico, una voce che ricorda quella di Kim Deal dei Breeders – la cui Divine Hammer risuona tra i muri dell’Animal Social Club, inevitabilmente inserita nella playlist musicale preconcerto.
Quella a essere più a suo agio sul palco è Kelly, la bassista, che ondeggia, sorride e ammicca al pubblico, mentre il chitarrista e autore dei pezzi insieme a Stephanie, Jerome, resta tutto il tempo nascosto dietro i suoi capelli neri, assumendo pose alla Kurt Cobain.
Twee pop, indie pop, shoegaze? Dopo qualche minuto di concerto, i riferimenti musicali non hanno più importanza, inizi a canticchiare le canzoni, a ballare e a immergerti nelle loro atmosfere dolci e un po’ naives. Nel mondo musicale odierno, in cui tutto è già stato fatto e tutto è già stato detto, l’importante è avere gusto e saper suonare bene: a chi interessa se la strada è stata già spianata da qualcun altro?
Sorrido al secondo chitarrista, Aslam, che risponde pieno di stupore quando gli chiedo la scaletta. Il bello di questi concerti è che tutti sorridono, nessuno è lì per giudicare e ci si gode solo la musica, facilmente vicini al palco.
Come al solito quelli del Fish’n’Chips ci hanno visto giusto e hanno organizzato un bell’evento: potrei rimanere ore a sorseggiare la mia birra tra le luci rosa e verdi, immersa nei ricordi della mia infanzia anni ’90, fatti di jeans e t-shirts bianche, camicie a quadri, frangette e colori sbiaditi – tutti elementi che caratterizzano l’aspetto della band.
Appena il concerto finisce, le ragazze scattano giù dal palco, non si capisce se in preda ad una crisi di astinenza da sigaretta o se bisognose di scaricare la tensione lontano dalla bolgia; i ragazzi restano a chiacchierare tra loro, fermati ogni tanto da qualcuno che vuole farsi delle foto – il batterista, James, è quello che riscuote più successo tra le neofan.
Gli History of Apple Pie nascono da un’idea di Jerome e Stephanie che hanno poi trovato gli altri elementi della band, mettendo annunci su internet e tramite il passaparola degli amici. Dicono che la scelta del nome non fa riferimento a nulla in particolare, anzi l’hanno scelto a caso trovandolo sul web, pensando che nessuno avrebbe avuto un’opinione al riguardo. La band al completo suona insieme solo da pochi mesi, anche se alcuni pezzi erano in cantiere nella camera di Jerome e Stephanie da molto più tempo.
Un altro grande rischio per le giovani band emergenti è quello di essere poco longeve, ma il loro album deve ancora uscire e mentre il loro primo singolo You’re so cool continua a risuonare nella mia testa, mi dico che ho assistito al primo concerto italiano di un gruppo che farà parecchia strada.
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