Orsi, pesci, marziani e altri solitari

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Valerio Mieli, regista del film Dieci Inverni, vincitore con quest’ultimo del David di Donatello e del Nastro d’Argento come miglior regista esordiente del 2010, arriva alla Casa del Cinema di Roma. No, non nella sua veste consona, ma bensì da fotografo. Arriva con 25 scatti, 25 istanti, 25 storie che tutte insieme creano un racconto, anzi una storia solitaria, proprio perché formata da molti “soli”.

 

Titolo: Orsi, pesci, marziani e altri solitari

Artista: Valerio Mieli

Luogo: Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni, 1, 00197 Roma

dal 6 novembre al 7 dicembre 2013
«Queste foto non sono state scattate con l’idea di illustrare un tema: ho sempre fotografato quello che mi veniva spontaneo fotografare. Eppure, sforzandomi di guardarle da spettatore, mi pare che un tema fin troppo chiaramente salti agli occhi. Individui, animali, quasi sempre soli, in un paesaggio ampio e leggermente incongruo, come appesi, buttati lì, tristi o pensierosi. Eppure quel mondo appena più sospeso, più ovattato, più fiabesco di quello reale non è nato da un intento.»

Partendo da questo pensiero di Mieli le fotografie in mostra sono state semplicemente osservate e raccontate, perché ognuno in un mondo può trovarci altri mondi, perché non c’è una seconda occasione ad una buona prima impressione.

Foto numero

1. C’ è un bambino che balla su di un pontile di cemento in una baia italiana, almeno così sembra. Credo che se la foto non fosse in bianco e nero il bambino non sarebbe saltato agli occhi, accecati bensì dai colori del paesaggio.

2. Tre alberi dalle forme strane. Un uomo al centro, nella luce del sole. Un cane che si allontana. Non è un addio ma non credo neanche sia un arrivederci. Forse è solo equilibrio.

3. Il luccichio della vetrina di un negozio dà forma a tutto ciò che gli si ferma davanti ad osservarla. Gente che appare e scompare tra ombre e notte.

5. Siamo su di un pianeta sconosciuto? E’ incredibile come un decespugliatore possa diventare uno di quei rilevatori di minerali strani, un uomo in divisa da giardiniere un astronauta, una scultura tonda in lontananza un pianeta. Soltanto il sole resta ciò che è, il centro dell’universo.

6. Su di un cartellone della pubblicità si intravede un uomo delle caverne che brandisce un clava. Al suo fianco, sulla banchina della metropolitana, un signore sorride come a dire: Io ce l’ho fatta ad andare avanti, e tu?

7 e 4. Dalì e la sua stanza vivente, il suo divano di bocca. Dalì e un fotogramma del suo film animato Destino realizzato con Walt Disney. Dalì, non v’è altro da aggiungere.

8. Neve al parco. Il bianco è un colore così candido solo perché può essere sporcato da tutti gli altri colori. Proprio come le persone buone, sporcate da quelle cattive.

9. Un uomo in piscina, in apnea appena sotto la superficie dell’acqua. Forse un esercizio, forse una fuga dal mondo terreno.

10. Neve sporca, aria sporca, città sporca all’orizzonte. Il tutto si legge anche nella postura, negli abiti, nel modo di tenere la borsa del soggetto della fotografia: una donna.

11. Un uomo, mezzobusto di profilo, su di un traghetto. Sembra estate. Per quanto si possa camminare sul pontile, il mondo finisce sulla battagliola della nave.

12. Donna di spalle vestita di rosso. Mare, un po’ arrabbiato e cielo nuvoloso. Il colore del vestito della donna fa sembrare inverno un paesaggio che potrebbe essere così in ogni stagione.

13. Qualcuno sta spiando? Finestra aperta, passante con un passeggino, neve, che sembra essere qualcosa di normale.

14. Ferro, colori. Fabbrica o laboratorio. Solo geometrie, che catturano sempre l’occhio, soprattutto quello di un bambino.

15. Nevica. Una ragazza in calzoncini cammina sul marciapiede. Presa alla sprovvista o abituata a vestire così? Sembra l’imbrunire, o forse è solo smog.

16. Grandi alberi penetrano l’aria. Bianco e nero. Cielo e ombre. O l’uno o l’altro e un uomo in mezzo. L’ago della bilancia.

17. Un Levriero e dei murales. Paese dell’est probabilmente. Umani, gli occhi spiazzati dell’animale che guardano l’obiettivo.

18 e 19. Si sorride spesso a camminare sulla spiaggia d’inverno.

20. Un pesce dovrebbe morire in mare, non sulla terra. Ma d’altronde quanti uomini sono morti in acqua?

21. Una chiatta sfila sull’acqua. Piatta, la barca, come la superficie del fiume o del lago. Come la vita di chi la guida probabilmente.

22. Giochi nell’acqua. Un cane salta, un bambino anche, mentre la bambina che è con loro resta lì a guardare. Lezioni di vita da adulti.

23. La schiuma delle onde disegna la superficie dell’acqua. Una bambina esce dal mare col suo secchiello pieno d’acqua. Quanto mare abbiamo rubato da bambini?

24. Una donna mutilata sorride, quasi serena. Una bambina gioca felice con un aquilone, almeno sembra, visto che il bordo della foto mutila anche quello.

Non sempre la mancanza di qualcosa è un fattore negativo.

25. Attraverso un vetro, nella regolarità di un bosco innevato, tre macchie di colore rompono il silenzio. I bambini sono la cosa più incredibile del mondo.

A volte bisogna soltanto osservare il mondo senza pregiudizi, senza avere in mente, in bocca, nelle orecchie e negli occhi, tutto ciò che la società impone. Anche se, come sostiene Mieli, è da lì che bisogna sempre partire. «…per ottenere quel lieve scantonamento dal realismo si possono usare solo pezzi di un mondo che è, appunto, semplicemente, già lì; che si può vedere passando, ma che di solito non si vede.» .

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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