regia Paolo Alessandri
con Sophia Angelozzi, Ilaria Arcangeli, Alessandra Barbonetti, Selena Bellussi, Stefano Bramini, Lucrezia Coletti, Daniele Flamini, Eleonora La Pegna, Linda Lauretta, Gabriele Namio, Sara Roscetti
costumi Monica Raponi
foto di scena Fabio Barbati
organizzazione Flavia Martino
3 febbraio 2018, Cometa Off, Roma
Un cerbero dalle movenze grottesche: è questo il Riccardo di Paolo Alessandri.
Disturbante e ingrato, mostruoso per aspetto e animo, il protagonista dell’omonima tragedia di William Shakespeare si erge sulla scena con le sue tre teste (Stefano Bramini, Daniele Flamini e Gabriele Namio) spiando e tramando, mettendo in atto il piano della sua ascesa, un’infame conquista ordita su trappole, ridendo dell’astuzia e godendo del dolore che contamina ogni figura che vi si trova accanto. La controparte, per scelta registica tutta al femminile, risponde alla violenza del mostro rimanendone quasi incantata, risultando debole nella reazione a causa dell’inarrestabile violenza delle azioni di Riccardo, stretta in una morsa di ragno deforme dalle fauci velenose.
La messinscena attuata da Alessandri è di grande impatto visivo, soprattutto per l’utilizzo sapiente del corpo di quasi tutti i giovani attori sul palco: la ricerca dell’incedere storpio di Riccardo, del suo pensare ed agire perversi è una sintesi del lavoro di tre attori, che creando un coro dello stesso Riccardo permettono di vederne le diverse sfaccettature, ciascuno calcando la mano su una sfumatura particolare della voce o del carattere. Altresì le attrici attorno a questa figura tripartita orchestrano una coreografia di corpi infuocati e caotici che inghiottono e che si fanno inghiottire dalle trame del cane manipolatore, vomitando il disprezzo e la voglia di vendetta, strozzando lacrime e risentimento. E sono sempre questi corpi a divenire il trono di Riccardo e a trasfigurarsi in morti tornati dall’oltretomba, decisi a perseguitare almeno nei sogni Riccardo, diventando minaccia reale di un destino maledetto a cui sottrarsi impensabile. Una nenia accompagna lo spettacolo: è forse un canto candido che racconta del passato, ormai perduto? E’ forse il leitmotiv del futuro che volgerà le spalle a Riccardo, un suono dolce che perseguita, che scava un solco come una goccia che ripetutamente batte sulla roccia?
Coinvolgente e ritmato, Riccardo (lunga vita al Re) è uno spettacolo che lascia il pubblico senza fiato, che lo trascina in un viaggio cupo e sordido dalle sembianze di incubo perenne, mantenendo la potenza del testo shakespeariano nonostante la struttura per nulla convenzionale di messinscena. Sono presenti delle cadute di ritmo per il livello interpretativo di alcune attrici: comunque per la maggior parte il cast è convincente, capace di regalare una performance di pancia sincera, equilibrata nell’esprimere le potenti emozioni che caricano il testo. Un plauso va al lavoro di Alessandra Barbonetti nel ruolo del duca di Buckingham e ad Ilaria Arcangeli nel ruolo di Margherita.