paolo zanardi-viaggio di ritorno
Qualche tempo fa ebbi la fortuna di assistere a un live di Paolo Zanardi in un locale romano.
Di quella serata ricordo tutto, nitidamente. Soprattutto un artista di livello altissimo a disposizione della sua musica, della sua gente. Tra un cocktail e l’altro, si fermava. Quattro chiacchiere e battute con il pubblico, presentazione della canzone che si apprestava a suonare e poi: un’esplosione di brillantezza, sapori di un’epoca che sembra andata via ma che, in verità, Zanardi riporta ai giorni nostri con una facilità palese. Viaggio di Ritorno è il suo lavoro discografico e, evitando prolissi discorsi in cui si analizzano tutti i pezzi e non ci si capisce nulla, tenderei a dire subito una cosa, chiara e tonda: è uno dei dischi italiani più belli degli ultimi tempi.
Artista: Paolo Zanardi
Album: Viaggio di Ritorno
Anno: 2015
Etichetta: Lapidarie Incisioni
Il sapore è di un cantautorato sporco, ruvido, così com’è l’artista, alcolico e malinconico, straziante ma con speranza, ineccepibile dal punto di vista del suono, moderno nella sua immersione vintage.
Ci sono gli anni sessanta in quest’album. C’è tutta la volontà di reincarnare determinati spiriti in musica, a cominciare dal primo pezzo dell’album, “C’è splendore in ogni cosa”, fino all’ultimo “Ninna Nanna”.
Quella che più rappresenta il lavoro di Zanardi è, manco a farlo apposta, la title track: quella chitarra che sostiene il ritmo delle parole, la batteria che entra poco dopo e tutto sembra una marcia verso un ritorno alle cose belle, alle cose che hai sperato e che forse ritorneranno.
‹‹L’ora che le mani e le labbra si somigliano tutte. L’ora di andare a morire in un letto qualunque››.
Poesia in musica, poesia di cui sentivamo il bisogno. Paolo Zanardi compie il miracolo, quello che stabilisce il limite tra musica d’altri tempi e qualità, quello che ferma il tempo e lo spazio.
Non vedo l’ora di rivederlo dal vivo, stringergli la mano, dirgli di portarmi con lui in quel viaggio di ritorno.
Perché è inevitabile che ci si divertirebbe da matti, assaporando momenti magici di nostalgia.