Dalla collaborazione artistica tra il festival teatrale Parabole fra i Sanpietrini e gli hair stylist di Contesta Rock Hair, una formazione speciale riunitasi a Roma per l’occasione: Serra Bernhardt & Guest, presenta nella sala teatro del Forte Fanfulla, Les Monde des Vivants/Il Mondo dei Vivi, già in scena in entrambi i saloni – prima a Monti e poi al Pigneto – per coinvolgere, durante tutto il periodo del festival, i clienti abituali del famoso franchising del capello.
Monde des Vivants
Regia: Serra Bernhardt
Interpreti: Flavio Brera, Alessia Barbiero, Paola Cultrera, Eleonora Cicconi
Dal 26 Gennaio al 26 Maggio 2013 – Forte Fanfulla, Roma
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Le Monde des Vivants è stato presentato al Festival Impromptus#4 a Parigi. Lo spettacolo è un work in progress, un susseguirsi d’immagini, voci e personaggi che evocano mondi del quotidiano e dell’extra quotidiano.
Vestita di niente – domo pack e nastro carta – si lava i denti mentre il pubblico fa il suo ingresso in sala. Un elmo di carta stagnola e una lunga piuma di struzzo come arma. Lava ascelle e terge il suo viso. Schinieri sui polpacci, moderna guerriera, prega rassegnata. Lo spazzolino, improvvisato, microfono e l’aria indolente: ha bisogno di sogni, di fratelli, amici, di qualcuno che capisca.
Il coro fa il suo ingresso, più o meno vestito. Farcisce una torta di panna mentre suoni di campanelli richiamano l’inizio della farsesca tragedia. Mangia spaghetti sulla testa della Serra guerriera. La regista prende parte anche lei al divenire scenico. Vestono accenni di grembiuli d’infanzia fatti di carta, giocano come all’asilo, sotto tappeti musicali dance festeggiano un compleanno triste. Farfugliano ricordi di scuola. Ci sono risate off, quasi a dire che il divertimento è scemato con l’età. La festa non va. Sembrano divertiti comunque. Un codice a cavallo tra buffonesco e clown su cui regna e conclude un’aura d’inadeguatezza bagnata di luce, rimorsi, ricordi:
«Ho provato a… , ho cercato di… c’è un odore di merda che mi piace».
La ragazza, drammaturgicamente, ha le idee chiare, come mostra il video Cucine, creato nel 2010 per la partecipazione alla Residenza della Biennale di Venezia del regista Rodrigo Garcia e questo lavoro è «una visione dall’intimo all’universale, è l’inizio di un viaggio che prende forma… Non c’è tristezza, ma ripetizione dinamica e intuitiva. Un atto magico, catartico, che tocca l’animo umano, dove tutto può succedere».
Ha solo bisogno di tempo per maturare un linguaggio scenico preciso, affinché i suoi propositi ci portino laddove ha in animo, esattamente e dove, anche noi, vorremmo andare a dare un’occhiata.
Perché no?!
«Ciao Enzo, è meglio che stavolta, davvero, non veniamo con te.
Perché?
Perché no!».