Parcoscenico 2: SENSELESS KASSANDRA e RAEP – RACCONTO DEL PRESENTE
SENSELESS KASSANDRA Scritto da Irene Trapani e Rosa Morelli Con Irene Trapani Mise-en-scène Rosa Morelli RAEP – RACCONTO DEL PRESENTE Di Mauro Santopietro Con Sina Habibi, Tiziano Panici, Mauro Santopietro Musiche dal vivo Sina Habibi Progetto visivo Andrea Giansanti LETTURA MONOLOGO COLLETTIVO Performance della Compagnia CIAC29 luglio 2012
Padiglione 31 – Santa Maria della Pietà – Roma
In questa serata composita, una guida ci annuncia, di volta in volta, i luoghi scenici dove si svolgeranno gli spettacoli. Il primo, Senseless Kassandra, vede l’intensa Irene Trapani svolgere la sua performance in un mezzo insolito per un attore: l’acqua. L’acqua, elemento simbolico principe dell’inconscio personale e collettivo secondo la visione degli psicologi Jung e Ferenczi, si presta agevolmente a fungere da deposito di oggetti che vengono progressivamente ritrovati da Cassandra nello svolgersi delle sue profezie e dei suoi vaticini.
La vicenda mitica della profetessa viene ripercorsa dal primo manifestarsi della sua visionaria abilità di predire il futuro, fino al tragico destino che la accomuna ai troiani: a nulla, com’è noto, servono le sue profezie, destinate a rimanere inascoltate, come inascoltata resta la voce del corpo, delle viscere, che pure – suggerisce il monologo – non possono mentire. L’attrice, unica protagonista nel mezzo acquatico, rende con efficacia la scissione fra mente e corpo, fra sensazioni e azioni, che getterà nella rovina la sua città e i suoi inconsapevoli abitanti.
Il secondo spettacolo si svolge nel teatro costruito internamente al Padiglione. RAEP è una pièce che affronta in modo originale il tema del lavoro e dei suoi significati, fra incidenti, morti, aspirazioni, destini che raramente giungono ad un positivo compimento. Sul palco, oltre ai due attori Santopietro e Panici, si staglia sullo sfondo la figura di Habibi, talentuoso violinista che accompagnerà dal vivo l’intera rappresentazione.
Colpiscono subito l’uso intelligente ed altamente espressivo delle luci in scena, abilmente utilizzate dal tecnico e dagli attori stessi come una sorta di personaggio aggiuntivo, e la costruzione dello spazio scenico con della terra, la stessa terra nella quale sprofonda e muore, all’inizio della pièce, il lavoratore, impegnato nella costruzione della ferrovia.
Una grande rabbia unita allo sconforto tipico dell’età contemporanea riverbera nel testo scritto da Santopietro: la parola stessa viene frantumata, trasformata, assemblata nuovamente in continui giochi che deragliano dall’uso quotidiano del linguaggio, alla ricerca di nuovi significati, metafore, assonanze, risonanze. Sfilano davanti ai nostri occhi in rapida successione i temi nostrani di decenni di lotte sociali: lotte per il lavoro, lo studio, e per il futuro. Si esce, da RAEP, come da una rissa dove si è ricevuto un pugno allo stomaco, dolorosamente consapevoli che la coscienza sociale può passare per il teatro.
Infine il reading di Luigi Saravo della compagnia CIAC è un esperimento gradevole di costruzione all’impronta di un monologo teatrale sfruttando gli apporti degli spettatori, preventivamente coinvolti nella scrittura di un piccolo episodio, che viene inserito in una struttura più ampia, in un monologo narrativamente coerente. Sullo schermo, intanto, scorrono le nostre foto, spettatori e finalmente autori in prima persona di questa divertente serata romana.