Park Eun Sun |Innesti e Connessioni

0

 

Park eun Sun, Innesti e connessioni, Mercati di Traiano, courtesy of Matteo Mignani.

Park eun Sun, Innesti e connessioni, Mercati di Traiano, courtesy of Matteo Mignani.

Autore: Park Eun Sun

Titolo: Innesti e Connessioni

Luogo: Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali – Via IV Novembre 94

fino al 30 novembre 2014

Innestarsi in un territorio storicizzato e connettersi con un passato glorioso e a volte scomodo: questa è la sfida lanciata da Park Eun Sun ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali.
Coreano di nascita e da ventidue anni in Italia, l’artista scolpisce materiali quali la pietra e il marmo, omaggiando con quest’ultimo il grande Michelangelo ma reinterpretando la materia in chiave personale e contemporanea.

Le sculture sono pienamente a proprio agio all’interno del foro, al punto che sembra siano state sempre lì; i marmi dialogano col contesto, come se fossero emersi dal terreno stesso. E così la dicotomia “antico e presente” si smorza nell’armonia che sfocia da tale confronto.
Dicotomia che, non casualmente, torna nella bicromia dei marmi: i colori che si sovrappongono alleggeriscono le sculture, molte delle quali svettano verso l’alto ad emulare le colonne presenti nell’area archeologica.

Park eun Sun, Innesti e connessioni, Mercati di Traiano, courtesy of Matteo Mignani.

Park eun Sun, Innesti e connessioni, Mercati di Traiano, courtesy of Matteo Mignani.

A ciò contribuiscono anche i tagli inferti dall’artista, che da un lato simboleggiano la fragilità dell’uomo e i segni che lascia nel suo cammino terreno, mentre dall’altra aprono un varco nella scultura, liberandola da vincoli e rendendola penetrabile. Se ci avviciniamo con l’orecchio alle opere possiamo sentirle respirare.

Tale apertura ci pone di fronte ad un’altra dualità, quella del pieno e del vuoto: questi elementi presenti anche nell’architettura romana confermano ancora una volta l’equilibrio di questo “innesto”, che ritroviamo altresì nell’impiego di figure geometriche quali sfere e cubi. La sfera simbolo dell’infanzia e dell’individuo in evoluzione si fonde col cubo, allegoria dell’uomo adulto già formato e per certi aspetti “imprigionato”, dando così vita ad una nuova figura. Come afferma lo stesso artista: «Vorrei tornare ad essere come un bambino con la sua purezza. So che è impossibile, ma quando scolpisco ho l’illusione di riuscirci».

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Carmen Capacchione

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi