La Compagnia CK TEATRO Colossal Kitsch Teatro presenta il progetto Superstar.
Dopo l’introduzione di Delitto Pasolini, si è finalmente aperto il sipario sulla interessante interpretazione a ritroso del romanzo Petrolio di Pasolini, ultima fatica incompiuta a causa della morte dell’autore. Per questo motivo il testo, come lo spettacolo che da esso attinge in modo vivo e creativo, si articola in Appunti, ognuno con un sintomatico titolo: sono frammenti, intuizioni preveggenti, di un puzzle da ricostruire tramite indizi legati stretti da un unico filo conduttore.
A partire da cinque frammenti emblematici si snoda il percorso attraverso la Storia delle stragi della politica italiana: figura chiave onnipresente è l’ingegner Carlo Valletti, che si duplica sulla scena, divisa contemporaneamente a metà in uno spazio recitato dal vivo e in altro filmico. Tale duplicità strutturale rimanda a più di una possibile interpretazione: è lo sdoppiamento del protagonista di Petrolio, così come lo sdoppiamento di Pasolini, che profetica voce narrante si chiede e si risponde: “La vita è uno spettacolo? – Sì, noi stiamo dando uno spettacolo”.
I primi quattro Appunti ritraggono l’ingegner Carlo Valletti, così potente da avere più di un posto riservato in sala, come interlocutore privilegiato di altrettanti personaggi che hanno condizionato gli eventi di quella Storia che riguarda noi tutti.
Nell’Appunto 36 (gli Argonauti), incentrato sull’omicidio del Presiedente dell’Eni; nell’Appunto 71 (il Merda), sull’omicidio Moro; nell’Appunto 65 (Giardino Medioevale) sulla strage di Bologna; nell’Appunto 120 (i Godoari), sull’omicidio del giudice Falcone, Valletti accetta ogni volta le proposte eccellenti che gli vengono fatte, mentre il suo alter ego Karl si cimenta in rapporti sessuali morbosi.
È difficile decidere su quale dei due lati soffermarsi per restare un po’ meno tristemente “coinvolti”. Del resto, il perfetto specchio comunicativo evidenzia lo stesso messaggio finale: connivenza, compromesso, altrui e auto-assoluzione, in un’atmosfera di generale degrado, morale e fisico, che provoca nello spettatore un crescendo di disgusto per le scene rappresentate.
Ultimo indizio, in logica conseguenza, è l’Appunto 32 (Prima fiaba sul potere) dove Valletti recita un recente discorso inaugurale al potere, mentre nel filmato l’ultimo omicidio della serie: quello di Pasolini, che dopo essere stato brutalmente picchiato, ascende al cielo a braccia aperte, martire della Storia italiana. L’ultima parola è giustamente la sua: esce dalla cabina di sguardo narrante al ritmo dell’Inno d’Italia. Così ritorniamo amaramente al tempo presente.
Nei saluti finali la dicotomia si ripresenta nei due soli attori sulla scena: il regista Fabio Morgan, che ha impersonato un Carlo Valletti sempre uguale a se stesso, contrapposto ad Emiliano Reggente, artefice delle sorprendenti trasformazioni negli altri diversi personaggi.
Interessante l’uso registico di un bombardamento contemporaneo di dialoghi ed immagini scioccanti, che sembrano voler spronare a ricostruire insieme gli indizi pasoliniani sulla malattia morale della pratica politica italiana. Questo spettacolo, come del resto Pasolini, non ha prove, ma solo il coraggio intellettuale della ricerca della verità. Spettacoli come questo dovrebbero essere sempre più incoraggiati, anche sull’esempio dell’icona Pasolini, in cui arte e vita si sono intrecciate inscindibilmente.
Oggi vale forse ancora di più il monito “politicizziamo l’arte”, per risvegliare le coscienze.
SUPERSTAR – da Petrolio di Pier Paolo Pasolini
regia: Fabio Morgan
scritto da: Fabio Morgan, Leonardo Ferrari Carissimi, Andrea Carvelli
attori: Fabio Morgan, Emiliano Reggente
produzione: CK Teatro
dall’ 11 al 20 febbraio 2011 – Teatro dell’Orologio, sala Orfeo, Roma