Regia Billy Wilder
Sceneggiatura Billy Wilder & I.A.L. Diamond
Fotografia Joseph LaShelle
Montaggio Daniel Mandelle
Musiche Adolph Deutsch & John Reading
Produzione The Mirisch Corporation (Stati Uniti)
Interpreti Jack Lemmon, Shirley MacLaine, Freddy MacMurray, Ray Walston, David Lewis
Durata 125′
L’appartamento è uno dei capolavori di Billy Wilder, la pellicola del 1960 vinse 5 Oscar come miglior film, regia, sceneggiatura, scenografia e montaggio .
Attraverso il cinema di Wilder si entra all’interno di un meccanismo perfetto, nella rete di un intreccio che ha come parola chiave il gioco.
L’appartamento è quello di “Bud” Buxter: un impiegato di una compagnia di assicurazioni di New York , che essendo un perfetto scapolo, concede ai suoi superiori di utilizzare la sua casa per i loro appuntamenti extraconiugali, così è costretto ripetutamente a passare notti insonni su una gelida panchina.
Tutta questa sofferenza non sarà solo nociva per Buxter, infatti la promozione è dietro l’angolo; soddisfatto e orgoglioso della sua posizione sarà però travolto da una silente malattia: la perdita d’identità. Quei continui raffreddori sono sintomo di una corrosione interna e della sua incapacità di cedere al compromesso.
La molla del cambiamento scatta nel momento in cui Buxter scopre che la “fanciulla“ di cui è innamorato non è altro che una delle frequentatrici del suo appartamento; ma proprio nel momento in cui tutto sembra essere degenerato arriva la svolta, la ribellione agli schemi precostituiti che in cambio provocano l’affermazione dell’individuo nella sua personalità, nel suo essere sé stesso.
Il lieto fine inevitabile per una commedia brillante come questa, lascia la scia di un sapore amaro, come aspre sono le riflessioni che porta con sé: qui si inserisce il famoso cinismo di Wilder, la sua capacità di raccontare una storia piena di comicità e ritmo incalzante, nascondendo tra le righe la critica ad una società, in questo caso quella americana, in cui tutto deve essere “incasellato” nei luoghi comuni, nelle certezze familiari, nei ruoli sociali da interpretare.
Questa dicotomia è espressa magnificamente da un attore-feticcio di Wilder, Jack Lemmon, che ci fa immedesimare nelle disavventure del povero Buxter, facendoci sentire un po’ vittime di quel sistema in cui è brillantemente incastrato, riuscendo anche a commuoverci.
Parliamo del cinema di un grande Maestro, padre di film indimenticabili come Viale del Tramonto e delle pellicole che hanno contribuito a creare il mito di Marilyn Monroe, pensiamo a Quando la moglie è in vacanza o A qualcuno piace caldo; si tratta del cosiddetto cinema classico, nella sua composizione e struttura, in cui l’eleganza dello stile fa da padrone, lasciandoci sognare.