Pensieri di Dicembre: LA VITA Ẻ MERAVIGLIOSA

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Regia Frank Capra

Sceneggiatura Frances Goodrich, Albert Hackett, Frank Capra, Jo Swerling, Michael Wilson

Fotografia Joseph F. Biroc, Joseph Walker

Montaggio William Hornbeck

Musiche  AA.VV.

Produzione Frank Capra

Interpreti  Thomas Mitchell, Lionel Barrymore, James Stewart, Henry Travers

Durata 129’

La vita è meravigliosa di Frank Capra è la parodia in chiave fiabesca dell’universo capitalista americano degli anni ’40. George Bailey è un giovane generoso che da sempre sacrifica i suoi sogni e le sue aspirazioni, per fare del bene agli altri, a partire dal fratello Harry a cui ha salvato la vita rimettendoci un orecchio, per arrivare ai modesti risparmiatori della cooperativa di risparmio ereditata da suo padre. Grazie al suo fervente idealismo, ereditato sempre dall’amato padre, l’avido signor Potter non è ancora riuscito ad impadronirsi della piccola Bedford, da cui George avrebbe voluto fuggire per girare l’Europa da esploratore. Peccato che il cattivissimo Potter, come ogni film con un antagonista che si rispetti, non si limiti alle chiacchiere, ma arrivi addirittura a rubare una somma di ben 8000 dollari al distratto zio di George, Billy. Questo avvenimento farà disperare George che, dapprima si sfogherà sulla sua famiglia, ed infine tenterà il suicidio.

Dio, accortosi di ciò, manda sulla Terra un angelo di seconda classe alla conquista delle ali (non poteva esserci angelo più appropriato per il caro buon George), Clarence che, per salvarlo, gli mostra la diversità di Bedford e i suoi cittadini (addirittura dal nome Pottersville), senza la sua presenza, e lo aiuta a comprendere l’unicità della vita di ognuno che, concatenata alla vita di tante altre persone, non può né deve mai essere considerata vana.

Quando George torna a casa dopo la surreale esperienza, trova ad attenderlo il miglior regalo di Natale che un uomo possa ricevere…

 

Film ricco di valori quello di Frank Capra: idealismo, forte umanesimo filantropico, calore delle famiglie di una volta , appassionato amore romantico coltivato da sempre “Che cosa vuoi Mary? Puoi dirmelo. Vuoi la luna? Se lo vuoi io la prenderò al laccio per te!”, e quello spassionato per gli altri che, a quanto pare, prevede una finale giustizia divina come rimedio ai momenti bui. Ma è anche viva e presente l’alternanza tra forti slanci di gioia ed entusiasmo seguiti da amara e frustrante disillusione. Nonostante la pellicola avesse ricevuto varie nomination agli Oscar nel 1947, le statuette più ambite, quelle per Miglior Film e Miglior Regia, se le aggiudicò I migliori anni della nostra vita. Ma il tempo ha dato ragione a Frank Capra: è sconvolgente quanto un film del 1946 possa essere ancora così tremendamente attuale nella critica di una società moderna sempre più in decadenza e perdita di valori. Addirittura il bianco e nero ha quel potere di fermare l’immagine in quegli anni, donandoci un’amara sensazione di nostalgia per un tempo che non tornerà più. Non più “nella gioia e nelle difficoltà… finché morte non ci separi”; la potenza di un crescente e spiccato individualismo sembra non lasciare spazio all’amore incondizionato per la propria famiglia e per gli altri, più che per se stessi. Appare desolante per certi versi il paragone con quella fiabesca vita in bianco e nero ma, dato che non siamo certi che il messaggio di Capra fosse proprio quello di un’ottimistica epoca “tutta rose e fiori”, ci limiteremo a dire che in tutte le epoche, la vita sia comunque un dono meraviglioso.

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