Perez., di E. De Angelis, Ita 2014, 94′
Produzione: O’Groove
Distribuzione: Medusa Film
@ Il Kino Monti, giovedì 13 novembre
C’erano una volta i Banditi a Milano (Carlo Lizzani, 1968); Milano Calibro 9 (Fernando Di Leo, 1972) e poi Milano odia… (Umberto Lenzi, 1974). Nel capoluogo lombardo ha avuto inizio il filone del poliziottesco all’italiana e sempre lì sono ambientati i capolavori assoluti di un genere che ha fatto scuola nel mondo. Ora invece, la nuova terra promessa (ancora tutta da esplorare) del cinema italiano cinico e cattivo – nel senso scenicamente buono dei termini – sembra essere Napoli. La Napoli di Gomorra – La Serie e ora anche di Perez, pellicola di Edoardo De Angelis in arrivo direttamente dall’ultimo Festival di Venezia.
Per una volta possiamo dimenticarci le commediole su misura di guitto, le coppie in crisi, gli adolescenti problematici e i grandi ideali da red carpet. Il film di De Angelis è freddo e spietato, immune a qualsiasi forma di buonismo e redenzione, in totale antitesi con i canoni del cinema italiano contemporaneo. L’arco di trasformazione del protagonista vira inesorabilmente verso il lato oscuro: Il “buono” della storia è un ignavo senza infamia e senza lodo mentre i due cattivi sono indubbiamente i personaggi più cool di tutta la storia.
Demetrio Perez è un avvocato da quattro soldi che si barcamena nel palazzo di giustizia di Napoli difendendo alcuni tra gli esponenti più “indifendibili” della mala. Due avvenimenti scatenanti da manuale irrompono però nella vita del pacioso azzeccagarbugli: sua figlia si fidanza con un killer della camorra mentre lui viene scelto come difensore proprio dal boss rivale dell’indesiderato genero.
La sceneggiatura del film paga forse un’eccessiva frammentazione dell’azione e spesso si perde in ammiccamenti al pubblico fin troppo evidenti. A fare da contrasto con queste lacune ci sono però alcune sequenze dal fulcro talmente epico – una su tutte, l’arcaico sacrificio di un toro – da inglobare in un modo o nell’altro tutte le altre vibrazioni del racconto.
Il (bravissimo) regista è riuscito a far coesistere due protagonisti come il commissario nazionalpopolare Luca Zingaretti e il cattivissimo gomorrista Marco D’Amore, che sembra avere tutte le carte in regola per diventare il nuovo attore-feticcio dell’action movie all’italiana.
Perez., forse, non sarà ricordato come una pietra miliare ma potrebbe quasi certamente essere una delle “prime pietre” posate sulle fondamenta della nuova linfa del cinema