A chi si avventurasse nella lettura di questo libro sorgerebbero subito una serie di domande sulle ragioni che lo hanno ispirato, sugli intenti, espliciti o manifesti, dell’autore, e su quale valore o quale funzione dare ai suoi contenuti vari e ambivalenti; in breve su “cosa farsene” di questo affascinante manuale, come usarlo, come sfruttarne le possibilità e le utilità nascoste. Il libro si apre con l’introduzione del tema centrale, la controeducazione, che si articola e si sviluppa in relazione alle diverse dinamiche e ai mutamenti della società, che vengono ricostruiti secondo prese di posizione radicali -in cui appare evidente l’influenza di Nietzsche, oltre che di molti altri nomi che l’autore cita esplicitamente- nelle quali è difficile scorgere un modo di pensare ben definito, ciò che costituisce un elemento di forte caratterizzazione e di originalità. Ogni capitolo è dedicato ad una particolare inquadratura dell’epoca attuale, in cui la controeducazione si rispecchia e si rifrange nelle sue differenti sfumature sociali, morali ed esistenziali. Da un lato quindi il concetto di controeducazione è ampiamente e variamente approfondito e analizzato, dall’altro diviene sempre più complesso, irrisolto, mai completamente chiaro e manifesto, non acquisendo una unità riconoscibile e riconducibile ad un preciso ambito.
Una cosa appare certa: questo “piccolo manuale”, utile in molte occasioni, non si limita o non vuole limitarsi a costruire un modello educativo. I suoi capitoli propongono riflessioni e considerazioni che vanno ben al di là dell’ambito della pedagogia. Il loro interesse principale sembra essere infatti il modo di concepire la vita dell’individuo in generale, non tanto e non solo la sua educazione.
Che cos’è allora in sostanza la controeducazione? Una pratica, un esercizio da sperimentare su se stessi, che investe ogni aspetto della vita morale e sociale? Più precisamente, un’autoeducazione dell’individuo, che quindi non pretende di acquisire i modi e le forme di un modello educativo generale ben definito? Una nuova cultura da produrre da cui potrà nascere una nuova scuola? Quali sono quindi le pretese e i destinatari di questo libro? Tutte domande che assillano continuamente il lettore nel corso di tutti i capitoli, da considerare come una fonte largamente utilizzabile di interrogativi critici sul nostro tempo, con un lessico e uno stile novecentesco e poetante, poco tecnico, poco ancorato alle parole chiave dell’attualità, ricco di citazioni, di poesie e opere note. In ogni caso ciò che mi pare si possa intuire è che ogni modello educativo, fondato su un sistema di regole e di pensiero, in quanto tale, non può che essere insufficiente e superato. Questo libro dunque non vuole proporsi come una vera e propria alternativa al modello educativo vigente, ma piuttosto come il riconoscimento della sua insufficienza e della sua intrinseca limitatezza, e quindi come riconoscimento della necessità irrinunciabile di una controeducazione, quasi insita ad ogni forma di educazione. Privo di un progetto limitato all’interno di un ambito specifico, questo manuale si presenta come un breviario da viaggio, ricco di spunti, di riflessione inattese, destinato più che ad un intera società ad ogni individuo; da consultare assiduamente e appassionatamente.
PICCOLO MANUALE DI CONTROEDUCAZIONE
di Paolo Mottana, Mimesis, Milano-Udine 2012.