Re-Cycle è un’idea che coinvolge strutture, città, dipinti, parole, video.
Nell’ambito del progetto, il foto-reporter Pieter Hugo con Permanent error indirizza il suo obiettivo su un altro aspetto del riciclaggio. Tastiere di computer, monitor, schede madri e altri supporti dell’era tecnologica vengono sottratti in Africa dalle discariche ambulanti – che si mimetizzano tra cataste di spazzatura – per ricavarne rame.
È un lavoro ideato da quella popolazione che tenta, per questa via, di non lasciarsi sfuggire la vita; ma nonostante la fatica e l’impegno, la frase “il lavoro nobilita l’uomo” non trova, in questa realtà, alcuna applicazione.
Quello che Hugo ci induce a sentire è un acuto grido di condanna. Gli scarti occidentali vengono trasportati in paesi africani dove finiscono per contaminare terra e acque minacciando la sopravvivenza dell’uomo.
L’artista non realizza un foto-documentario tradizionale che testimonia e diffonde le condizioni di vita – se così possono essere definite – delle popolazioni africane, ma attraversa lo studio del sociale per arrivare a penetrare lo sguardo del singolo uomo che vive nella società.
Il volto, in Permanent error, è il centro dell’inquadratura, il motore che genera lo scatto.
Tra le fotografie esposte troviamo un ragazzo, sguardo fisso nel vuoto, coperto da uno sporco camice da medico, intento a trasportare rifiuti nella speranza di poterne ricavare la sopravvivenza. Per lui non c’è via di scampo, non c’è futuro.
Una bambina veste un abito da cerimonia, un giovane indossa scarpe da ginnastica alla moda, ma lo sguardo fisso su chi osserva fa sbiadire l’accessorio ponendo, al suo posto, un profondo rammarico.
Il forte impatto visivo trae energia dai colori e dalle espressioni dei ritratti che sono statici e condannati all’immobilità.
La sola foto che non costringe al contatto diretto con l’accumulo di macerie tecnologiche raffigura un uomo che dorme. Il suo sogno e l’utopia di un terreno libero da spazzatura contaminata vivono lo stesso luogo.
Questi uomini sono condannati, senza possibilità di redenzione.
La pena prevede una vita tra i rifiuti e tra le macerie. Una mucca giace irremovibile al suolo.
PIETER HUGO_ PERMANENT ERROR
MAXXI, Sala Carlo Scarpa,
1 dicembre 2011 – 29 aprile 2012,
a cura di Francesca Fabiani,
Foto Saani, Agbogbloshie, Accra (Ghana). Digital C-Prints © Pieter Hugo, Courtesy Galleria Extraspazio, Roma; Michael Stevenson Gallery, Cape Town; Yossi Milo, New York.
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