Teatro Argentina, RomaOpera contemporanea uno spettacolo di Pippo Delbono con Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Alma Prica , Pepe Robledo, Grazia Spinella, Nina Violic, Safi Zakria, Mirta Zecevic e con la partecipazione nel film dei rifugiati del Centro di Accoglienza PIAM di Asti immagini e film di Pippo Delbono musiche originali per orchestra e coro polifonico Enzo Avitabile scene Claude Santerre costumi Antonella Cannarozzi disegno luci Fabio Sajiz Dal 19 al 31 gennaio 2016
L’ultima creazione di Pippo Delbono è andata in scena al Teatro Argentina di Roma dal 19 al 31 gennaio. Il tema dello spettacolo, candidamente suggerito dalla mamma dell’autore in punto di morte, è, come suggerisce anche il titolo, il Vangelo. Le gesta di Gesù, che per la madre morente del regista ligure era un messaggio d’amore in questi tempi così violenti.
Delbono artista poliedrico, sperimentatore e visionario, che unisce i linguaggi della danza e del teatro a quelli del cinema, del musical e dell’opera – Vangelo è opera contemporanea per definizione dello stesso autore – si immerge dunque nelle sacre scritture cercando la sua personale traduzione, una traslazione delle parole degli apostoli nella vita odierna. Si interroga in scena col suo sorprendente modo di fare, non è mai una vera e propria lettura ma neanche recitazione, quasi si confessa nella prima parte dello spettacolo cercando di dare un’accezione positiva a quella religione che nella sua infanzia è stata sempre privazione, senso di colpa e odore di morte.
Si chiede quale messaggio d’amore potrebbe diffondere il Vangelo in un periodo storico in cui nel nome di uno stesso Dio migliaia di persone vengono uccise, o costrette alla migrazione con mezzi di fortuna approdando alla miseria e alla denigrazione, come nelle parole del profugo pakistano Safi Zakria che, dalla prima fila della platea, racconta della sua fuga disperata. E così anche i visi segnati ma sorridenti, in cui lo sconforto e la stanchezza regnano sovrani, dei rifugiati del Centro di Accoglienza PIAM di Asti, nel film realizzato da Delbono e proiettato su quell’ immenso muro grigio del fondale che fa da scenografia. Un muro che è segno di oppressione quando dal fondo avanza lentamente verso la platea, un muro che è chiusura, un muro del pianto, della crocifissione e di esecuzioni sommarie.
Il tutto montato attraverso sketch deliranti, balletti – volutamente? – goffi, suore danzanti, e musiche che passano dai Rolling Stones a Jesus Christ Superstar, a Mozart, De Andrè e le musiche originali di Avitabile. Non ci sono connessioni tra un quadro e l’altro, sono come schiaffi per i sensi degli spettatori, sono tutto e l’opposto di tutto, mentre l’anfitrione Delbono con la sua voce calda e il suo microfono diffonde parole di amore e odio, parole dei vangeli, alternando urla a orazioni sommesse e gravi come nel suo stile.
Una lettura del Vangelo sicuramente “contemporanea” ma non del tutto convincente.