POESIA E LUCE

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L’adolescenza sognatrice. L’istinto alla pittura. Il fascino dei colori.

Questo è ciò che trasmette a primo impatto il grande Joan Mirò.

Eppure, benché egli rappresenti un’arte dai facili tratteggi, dietro ogni suo quadro c’è un mondo da scoprire, una provocazione ed un obiettivo ben preciso; non per altro Mirò è stato uno dei maggiori avanguardisti.

Mirò cerca di sminuire l’arte pittorica: per lui la vera essenza di tale arte figurativa è quella rupestre, dopo di essa, afferma il maestro, non c’è stata più una rivoluzione artistica così importante, un’intuizione così geniale.

Egli dipinge come se lasciasse sulla tela un flusso di coscienza. «Il quadro deve essere fecondo, deve far nascere un mondo». È frenetica la realizzazione, quasi andasse di fretta per poter lasciare sulla tela le sue sensazioni, i suoi pensieri, anche quelli più veri, altrimenti si potrebbe perdere il tutto.

Il suo pensiero è sempre stato quello di progettare qualcosa di molto fruibile, qualcosa di semplice, almeno all’apparenza, qualcosa che possa scaturire in ognuno sensazioni diverse, perché ognuno, in un cerchio di colore, può trovarci il mondo intero o un granello di sabbia

Mirò provoca e si mette spesso al di sopra delle parti, nelle sue opere si legge anche una leggera vena di superbia, uno sminuire tutto il resto della pittura.

Nel bel percorso realizzato nel Chiostro del Bramante, logisticamente forse uno degli spazi migliori della capitale, è presente anche una ricostruzione del suo studio Sert a Maiorca – realizzato per lui dall’omonimo architetto -, il suo sogno, o come scrive l’artista il suo orto, dove lui è anche giardiniere. All’interno troviamo oggetti originali appartenenti all’artista catalano. I suoi colori, i suoi pennelli, la sua sedia, dei quadri, delle sculture africane, feticci, quest’ultimi, a dimostrazione e a giustificazione del filone creativo seguito da Mirò: un’arte quasi povera, molto legata alle origini dell’umanità e di grande effetto.

Un’artista che a livello culturale ha arricchito molti Paesi, per via delle sue opere pubbliche, unendo la pittura all’architettura, sempre a sottolineare la voglia di rendere fruibili le sue opere, la voglia di restare unito al Mondo. Progetti di grande portata… Così Mirò ha sempre visto lo sfogo adatto alla sua arte: egli realizza murali e altri lavori d’arte pubblica che si possono ammirare a Madrid, a Cincinnati, a Boston, all’università di Harvard…

«Perdere il contatto con la gente significa perdere se stessi».

MIRO! POESIA E LUCE

Dal 16 marzo al 10 giugno 2012

A cura di María Luisa Lax Cacho

Chiostro del Bramante – Arco della Pace, 5 – Roma

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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