Premio Equilibrio | Progetti finalisti VIII edizione La quiete apparente Coreografia Tiziana Bolfe Briaschi Interpreti Gianluca Formica, Fabio Novembrini, Caterina Politi Claudia Gesmundo, Lorenzo Terzo, Serena Zaccagnini Musiche a cura di Tiziana Bolfe Briaschi e Leonardo Buccieri Autori Sogar, Max Richter Luci Franz Catacchio e Lucy Briaschi Partners Anticorpi XL, Balletto di Toscana Ne bouge pas Per due ballerini e una sedia rossa dal romanzo “Non ti muovere” di Margaret Mazzantini Coreografia e musica Antonino Ceresia Interpreti David Cahier e Nahinama Vandenbussche Zero Direzione Elisabetta Lauro di e con Elisabetta Lauro, César Augusto Cuenca Torres Assistenza/creazione Gennaro Lauro Musiche Colleen, Polmo Polpo Progetto sostenuto da Ass.ne Sosta Palmizi e Ass.ne Invito alla Danza Finalista Premio Outlet di A.C.S. Abruzzo Circuito Spettacolo Premio equilibrio Roma 2015 7 febbraio 2015, Teatro Studio Borgna Auditorium parco della Musica, Roma
L’VIII edizione del Premio Equilibrio in apertura di Equilibrio: Festival della nuova danza, il 7 febbraio, ha visto la presentazione nel primo appuntamento di tre progetti eterogenei ma legati tra loro da un’atmosfera soffusa, malinconica e molto intima. Per il fortunato spettatore seduto nella platea del Teatro Studio Borgna presso l’Auditorium Parco della Musica l’esperienza è stata un coinvolgimento emotivo in crescendo, culminante con il terzo pezzo della serata, vincitore a pari merito del Premio Equilibrio: il progetto Zero di Elisabetta Lauro.
Assieme a Piergiorgio Milano con il progetto Pasedilla, presentato nella seconda serata dedicata al Premio, i due coreografi hanno ottenuto un contributo di 10.000 euro ciascuno per produrre e sviluppare il progetto proposto nella corrente edizione e per presentarlo poi in forma completa nell’edizione 2016 di Equilibrio. La prestigiosa giuria, composta da Eddie Nixon, Marc Olivé Lopez, Benjamin Perchet Luca Silvestrini e Nicolas Six, ha preferito incentivare l’aspetto creativo della sperimentazione di nuovi linguaggi coreografici, non assegnando la cifra di 7.500 euro per il Premio Speciale Equilibrio, destinato al miglior performer, ma raddoppiando appunto i vincitori del Premio Equilibrio.
Declinazioni differenti del tema La coppia e la Comunità, proposto quest’anno dalla giuria, si sono potute osservare nei primi tre concorrenti.
La quiete apparente di Tiziana Bolfe Briaschi, una composizione fresca e delicata per sei giovani danzatori, sviluppa un confronto tra il singolo, la sua relazione con l’altro e con la collettività molteplice, utilizzando un codice corporeo e gestuale sinuoso capace di sfruttare dinamiche di fuori peso e sospensione del gesto per creare relazioni di anelito o contrasto all’interno del gruppo. Nonostante l’espressività dei danzatori a tratti un po’ acerba, l’immagine prodotta è gradevole e innocente, capace di creare una suggestione emotiva.
Il secondo progetto della serata è quello del passo a due creato da Antonino Ceresia e ispirato al romanzo Non ti muovere. Ne bouge pas prende avvio dal buio e da un rumore registrato di passi a cui si sovrappongono i passi reali dei due danzatori, David Cahier e Nahimana Vandenbussche.
Tale momento di riflessione fa riaffiorare il ricordo di un passato, simboleggiato da un’enigmatica sedia posta sul palco. I due danzatori si scontrano in un corpo a corpo violento: una lotta per resistere al passato, che sul finale si consuma fino a spegnersi. La coppia si destreggia elegantemente anche nei passaggi più ardui, tenendo un livello emotivo alto tra il pubblico, completamente coinvolto.
Zero si dischiude lentamente, mentre Elisabetta Lauro e César Augusto Cuenca Torres si tengono abbracciati e mentre i loro piedi vengono ricoperti di terra. La danza a coppia che prende forma, leggera e sottile in un primo momento, è destinata ad implodere su se stessa. Tentando invano di non perdere il contatto tra le loro mani, i movimenti dei danzatori diventano sempre più ampi e frenetici, provocando un vortice di spinte e bruschi cambi di direzione che costringe i due interpreti a perdersi e a tentare invano di ritrovarsi: un’energia che cresce lentamente e una volta arrivata al suo massimo si distrugge da sola, in un circolo vizioso che non può mai trovare un grado zero.
Il palco è sporcato di terra, l’acconciatura di evocazione bauschiana della Lauro è scomposta e sconvolta, i volti entrambi rassegnati: la tragicità della condizione perenne dell’uomo, quella di essere sempre in balia dell’altro, del tempo e del caos, si espone sul finale senza soluzione e senza pretesa, ma densa di dolcezza e commozione.
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