Il 20 ottobre 2011 ha avuto luogo, presso il Teatro Valle Occupato, la presentazione dello Statuto Teatro Valle Bene Comune, nato da un percorso di lotta e di occupazione iniziato il 14 giugno e proseguito con un metodo di studio e di autogoverno del teatro stesso.
L’obbiettivo è di costituire, entro il 20 ottobre 2012, la Fondazione Teatro Valle Bene Comune per la Drammaturgia Contemporanea, che succederà all’odierno Comitato e che avrà un ordinamento proprio, partecipato e condiviso. A tal proposito, infatti, è stata creata un’apposita sezione sul sito www.teatrovalleoccupato.it, grazie a cui chiunque può seguirne l’evoluzione in itinere e contribuire alla sua stesura definitiva.
Un’ulteriore caratteristica che rende peculiare la natura dello statuto è che si tratta di uno statuto vivo, che si adatta ai contesti ed è, quindi, continuamente monitorato nella sua aderenza alle pratiche reali, “scongiurando così il fenomeno ipocrita del diritto disapprovato”.
Lo statuto regolamenta la Fondazione, nonché i principi su cui basare una prima disciplina giuridica del bene comune come cultura. Come si legge, “Il Patrimonio della Fondazione è costituito dall’aspettativa del pieno riconoscimento giuridico del Teatro Valle, da essa posseduto, come Bene Comune”, richiamando, oltre agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 18, 21, 33, 34, 36, 43, 46 della Costituzione Italiana, l’art. 1 comma III lettera C del Disegno di Legge Delega predisposto dalla Commissione Ministeriale per la Riforma del Titolo II del libro III del Codice Civile (D. Ministero Giustizia 21 giugno 2007), secondo il quale sono “ beni comuni le cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona. I beni comuni devono essere tutelati e salvaguardati dall’ordinamento giuridico, anche a beneficio delle generazioni future. Titolari dei beni comuni possono essere persone giuridiche pubbliche o privati. In ogni caso deve essere garantita la loro fruizione collettiva, nei limiti e secondo le modalità fissati dalla legge”.
I comunardi, cioè coloro che sono attivamente coinvolti nella battaglia per la cura della cultura come bene comune, che si riconoscono nello Statuto e che collaborano per il raggiungimento dello scopo sociale, definiscono il concetto di Bene Comune come un qualcosa che non costituisce una risorsa o un oggetto fisico esistente in natura, bensì come un’azione collettiva e partecipata che si forma e prende corpo e vita dall’agire condiviso tra le parti sociali considerate pari tra loro. L’innovazione e la creatività costituiscono il cuore del Bene Comune, la cui natura è basata sull’autoregolamentazione e sull’autonomia, prendendo, quindi, le dovute distanze dall’interesse sia privato che pubblico, inteso quest’ultimo alla mercé governativa.
Il Teatro Valle Bene Comune sarà gestito da diversi organi costitutivi previsti dallo statuto, a cominciare dalla Fondazione, di durata illimitata, che perseguirà le finalità di solidarietà sociale, di promozione della Cultura come Bene Comune, di riconoscimento della piena soggettività giuridica e politica dei lavoratori intermittenti, proponendosi come esempio virtuoso di governo del teatro, in collaborazione con Enti ed Istituzioni anche d’oltralpe, per il perseguimento dello scopo sociale, secondo le linee dell’ordinamento politico.
L’organo sovrano e unico non turnario è costituito dall’Assemblea, che rappresenta l’universalità dei comunardi e dei soci sostenitori e che delinea gli indirizzi generali delle attività della Fondazione e le politiche del Teatro, previa approvazione tramite il voto, diritto riconosciuto “a prescindere dalla quota di partecipazione versata” dai comunardi.
Su base turnaria è, invece, l’Esecutivo, che applica le direttive stabilite nel corso dell’ Assemblea, predispone i bilanci grazie ai Revisori dei Conti e redige la chiamata della Direzione Artistica che risponde del suo operato sia all’Esecutivo che al Comitato dei Garanti, ente, quest’ultimo, sovrano in materia di giurisdizione interna e garanzia esterna.
Oltre al patrimonio costituito dal pieno riconoscimento giuridico del Teatro Valle Bene Comune, la Fondazione conta sul know how del patrimonio conoscitivo e di lavoro di tutti i comunardi, sui proventi provenienti dalla libera sottoscrizione pubblica, sui beni mobili ed immobili, sul contributo previsto dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e su tutte le sovvenzioni, contributi e commissioni che rientrano nel codice politico del Teatro.
Tale codice si basa sulla ecosostenibilità e trasparenza, sulla promozione e sul sostegno degli artisti, sulla protezione sociale sicura per i lavoratori intermittenti, come indicato dalla Risoluzione Europea, su una giusta distribuzione delle paghe onde evitare lo squilibrio eccessivo tra la minima e massima, e su forme di finanziamento etico conformi al rispetto del bene comune, della dignità umana, della sostenibilità ambientale e coerenti con il ripudio della guerra e di ogni forma di dominio e sfruttamento, incluso, quindi, anche il precariato in tutte le sue forme.
Come vocazione della Fondazione, lo scorso 5 luglio, è stata avanzata la proposta di fare del Teatro Valle un luogo dedicato alle drammaturgie italiane e contemporanee e, data la natura del palcoscenico del Valle, la sua storia e la preparazione delle sue maestranze, si è proposto, inoltre, di creare un centro di formazione per tecnici di palcoscenico.
Per maggiori info: www.teatrovalleoccupato.it