Provincia in scena: Massimiliano Civica, Radici

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Al Teatro Palladium, dal 28 febbraio all’1 marzo, nell’ambito della rassegna La provincia in scena, Massimiliano Civica porta in scena Radici di Niccolò Matcovich.

Radici
Di: Niccolò Matcovich
Regia: Massimilano Civica
Con: Diego Sepe, Lisa Ferlazzo Natoli

Dal 28 febbraio all’1 marzo 2013 – Romaeuropa 2013, Teatro Palladium, Roma

Vai alla pagina di La provincia in scena sul sito di Romaeuropa

 

Un uomo ritorna a casa da una donna, dopo lungo tempo. Tempo passato a viaggiare e fotografare luoghi tanto ricchi, quanto scarna sembra la vecchia casa di montagna, lontana e autarchica, e la figura femminile alle quali fa ritorno.

Due persone per un solo tavolo, una sola sedia, un solo bicchiere di latte riempito ogni volta tanto da farlo traboccare, una fonte quasi inesauribile, un richiamo ancestrale all’abbondanza e al calore del grembo. E c’è un intimo bisogno di calore mentre, fuori e dentro la casa, gela e nevica. C’è qualcosa da dire, ma non è quello che si dice; c’è un mondo da condividere, ma non è a portata di mano, non più. Non ancora.

Della vita numerosa e calorosa che aveva abitato quel luogo nessuna traccia; il tempo si è portato via le persone, le cose, gli spazi e le parole. Madre che non accoglie, figlio che stenta ad obbedire. Patria che reclama, figlio che stenta a rievocare. Difficile ricostruire il filo, quasi impossibile riprendere da dove si è lasciato; ci si muove a parole come su un campo minato, in cui si slitta e ci si ritrae troppo facilmente per non rompere un equilibrio che non c’è più. Non ancora. Il dialogo di Niccolò Matcovich si riavvolge, s’impunta, batte in ritirata su presidi noti e fragili, svuotandosi di significato ma acquistando in familiarità, come una musica riconoscibile di cui non s’indovina l’autore. Si ripetono nomi, si ripetono pause, si ripetono azioni, come flutti sulla battigia, precisi, inesorabili. Sembrano andare a vuoto, eppure guidano alla resa finale, dolce, inevitabile, libera e umanissima da abbracciare.

Massimiliano Civica, reduce dal successo di Soprattutto l’anguria, debuttato nell’ambito del Festival Romaeuropa 2012 al Teatro Argentina, non tradisce se stesso: nessun fronzolo, piazzato che non teme di rivelare l’impianto del palco – addirittura l’enunciazione del titolo un attimo prima di attaccare il testo -, ritmi velocissimi: una prova del nove per qualsiasi testo.

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