Officine Dinamo – Roma, attraverso l’arte di Roberto Negri, ha presentato, presso il teatro Centrale Preneste, Pulcinella e il rapimento di Teresina, meraviglioso lavoro di teatro di burattini.
Pulcinella e il rapimento di Teresina
di e con: Roberto Negri
29 dicembre 2013 – Centrale Preneste, Roma.
Domenica pomeriggio, presso il teatro Centrale Preneste, è andato in scena Pulcinella e il rapimento di Teresina, spettacolo per bambini di tutte le età che hanno gioito e partecipato alle avventure del sempre verde pasticcione Pulcinella.
La sala è gremita di un’energia particolare, quella che solo i piccoli uomini cui è dedicato il lavoro sanno esternare. Con risate e lamentele lo spazio teatrale lentamente si riempie, come dovrebbe avvenire ogni domenica pomeriggio, di bimbi con peluches e marionette sotto braccio, accompagnati da genitori altrettanto curiosi di immergersi nel magico mondo di queste mani recitanti.
L’introduzione al lavoro viene fatta da una ragazza che, vestita da pagliaccio, presenta ed introduce uno scapestrato Pulcinella che non vuole andare in scena perché non trova le mutande. Fortunatamente con un po’ di aiuto morale e con l’insistenza di una platea rampante le trova nel forno. Non ha un armadio e si arrangia come può.
E così la storia può cominciare, la storia di una amore genuino per Teresina, la più bella donna del paese nonché figlia del sindaco, che non vede di buon occhio il nostro eroe.
Purtroppo l’Orcocchione rapirà l’amata di Pulcinella e lui, dopo mille peripezie, grazie all’aiuto della fata Frittella, ribattezzata dai bimbi “fata Frittata”, riuscirà a salvarla dimostrando al padre il suo valore. La storia si concluderà così con un lieto fine, ma, come spesso accade, la magia del lavoro si crea nel viaggio, non nel finale.
I bimbi, incitati dai personaggi magici di cui seguono le avventure, sbizzarriscono la loro fantasia nei suggerimenti e negli aiuti che giungono dalla platea con l’innocenza che troppo spesso agli adulti manca.
L’energia magica che Roberto Negri riesce a far giungere tramite i suoi personaggi, perfettamente caratterizzati con voce dialettale e movenze mirate, viene accolta dal giovane pubblico e rilasciata nello spazio teatrale che vede il distruggersi della divisione tra pubblico e scena.
Il lavoro, seppur fiaba, riesce a trasmettere messaggi positivi ad un pubblico che sta percorrendo la faticosa strada dell’educazione, anzi, dell’educazione teatrale. Così, alla domanda di Pulcinella “qual è il peggior amico della paura?” la risposta è: “il coraggio”.
La riflessione dunque arriva spontanea desiderando, da adulti, la possibilità di guardare con gli occhi veri, innocenti e limpidi dei bambini non solo le pièces teatrali ma anche la vita.