Il ricordo è qualcosa che vive dentro: finché non incontra un’evocazione se ne resta lì, buono buono, senza disturbare. Fortunatamente le evocazioni sono cose da tutti i giorni.
La mostra Radici, ennesima intuizione di Comunicare Organizzando, scatena una miriade di ricordi. È un magazzino della memoria – di diverse memorie – contenente tutti quegli oggetti e quelle testimonianze custodite da privati e che raccontano l’Italia tra il XIX ed il XX secolo. Sono impronte, tracce, che prendono forma attraverso foto, video, libri e quant’altro: ci troviamo di fronte a una storia nella storia, quella personale che s’interseca con quella “vera” e che abbiamo studiato a scuola.
La mostra è divisa in sezioni. Troviamo reliquie, cimeli, una parte dedicata a Nazario Sauro – con in mostra la sua medaglia d’oro –, troviamo l’arte di Altara – un gruppo di donne sarde, avanguardiste degli anni quaranta –, ma soprattutto troviamo contributi visivi, quali foto e video, le evocazioni più vive del ricordo. Gli album fotografici sono la testimonianza più forte della nostra impronta sul Mondo, sono il simbolo che ci lega alla vita degli altri.
La sezione video forse risulta essere la più interessante, questo perché ai video storici sul carnevale e sul post-guerra ne sono stati affiancati alcuni sullo sviluppo della periferia romana. Sembrano trasposizioni cinematografiche dei libri di Pier Paolo Pasolini. In realtà, in uno dei due corti di Cecilia Mangini, Nostra casa Quotidiana, Pasolini svolge proprio la funzione di narratore. Ascoltare le interviste agli scioperanti dei “fitti” del quartiere San Basilio degli anni ’70 fa riflettere, molto. I ricordi che quella gente ci trasmette oggi probabilmente saranno gli stessi che trasmetteremo noi tra quaranta anni. Purtroppo le evocazioni negative si ripetono nel tempo.
Al progetto Radici, che ha lo scopo principale di far interagire i documenti storici del singolo con il patrimonio documentario delle Biblioteche e degli archivi istituzionali, si può aderire attivamente. Infatti, sul sito www.risorgimento.it/radici si possono caricare le proprie immagini relative alle testimonianze storiche in possesso. L’allargamento della memoria collettiva ha inizio, ed è proprio grazie a questo magazzino di ricordi che sarà possibile farlo.
RADICI – La memoria del passato e le nuove generazioni. Nuovi materiali e tecnologie per la costruzione dell’identità storica nazionale
1 giugno – 22 luglio 2012
Complesso del Vittoriano, Sala Zanardelli, Piazza dell’Ara Coeli, 1 – Roma
Crediti: – Nazario Sauro appena fatto prigioniero, 31 luglio 1916, inversione dal negativo ottenuta con elaborazione digitale. Roma, Museo Centrale del Risorgimento
– La famiglia Colacicchi su un’autovettura, primi del Novecento, Anagni (Famiglia Colacicchi, Anagni, Frosinone).
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