Ragnarok, di Mikkel Brænne Sandemose, Norvegia 2013, 94’ Produzione Fantefilm Distribuzione Nordisk Film Distribusjon AS,
@Nordic Film Fest, Casa del Cinema il 10 e l’11 aprile
Quali incredibili storie può nascondere ancora la nave di Oseberg? L’imbarcazione è uno dei più importanti reperti vichinghi conservati al museo di Oslo e custodisce le spoglie ed il corredo funebre di una misteriosa fanciulla dalle nobili origini, che, secondo alcune ipotesi,sarebbe la regina Åsa, erede della dinastia Yngling. Le analisi empiriche sul corpo e sugli oggetti ci hanno reso possibile ricostruire il suo tenore di vita e farci azzardare alcune ipotesi sulla sua morte, ma secondo Sigurd, giovane archeologo rimasto vedovo e con due figli piccoli da accudire, sicuramente c’è qualcosa di molto più importante celato in quei reperti con delle rune dal significato inquietante. Si tratterebbe addirittura di una possibile soluzione al mito norreno del Ragnarok,il quale narra della fine del mondo e della sua rigenerazione.
Questo sospetto diventa per Sigurd un’ossessione che lo fa vivere sistematicamente nel passato, tra l’ostinato silenzio dei reperti e la voglia di far valere le teorie della defunta moglie. Ma quando tutto inizia a sembrare senza speranza, arriva da un suo collega una provvidenziale scoperta che condurrà i due archeologi e gli stessi figli di Sigurd a Finnmark, in una desolata terra di nessuno al confine con la Russia…
Il regista Mikkel Brænne Sandemose ha voluto creare con Gåten Ragnarok un film d’azione/avventura che si potesse distaccare dai tratti marcatamente americani che hanno da sempre contraddistinto il genere, assumendone altri tipicamente scandinavi.Ad esempio il protagonista è un introverso studioso dai modi educati e la controparte femminile è una giunonica donna nordica esaltata dalle esperienze estreme ed allergica ai legami; lo humour è tipicamente norvegese, così come tutti i meravigliosi paesaggi. È stata inoltre usata una delle leggende norrene più radicate e conosciute – il Ragnarok – seppur con la licenza scenografica di reinterpretarla in un modo totalmente innovativo. Lo sviluppo e i vari intrecci della storia sono abbastanza lineari, anche se non mancano colpi di scena e risvolti esilaranti. I momenti di tensione sono ben dosati così da rendere il risultato finale piacevole e in grado di regalare allo spettatore intrattenimento di buona qualità.