Inserita all’interno della stagione teatrale del Teatro Comunale di Albano Alba Radians, la rassegna Direzioni Altre: Tre storie d’amore porta in scena tre compagnie di danza italiane di tre differenti regioni. L’apertura è dedicata alla compagnia abruzzese Gruppo E-Motion che lo scorso 3 Novembre ha portato in scena lo spettacolo “Dido e Aeneas”.
Regia: Francesca La CavaCoreografie: Francesca La Cava in collaborazione con gli interpreti Assistente alla coreografia: Mariella Celia Interpreti: Anna Basti, Mariella Celia, Flaminio Galluzzo, Francesca la Cava e Davide Sportelli Scene: Chiara Defant Costumi: Santarella e Francesca La Cava Video-art: Alessandro Petrini Disegno luci: Stefano Pirandello Project manager: Annarita Rossi Direzione marketing e comunicazione: Nancy Russo Produzione: GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila Coproduzioni: Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli e I Solisti aquilani Partner: Santarella 03 Novembre – Teatro Alba Radians, Albano (RM) Vai al sito della rassegna “Direzioni Altre” Vai al sito del Gruppo E-Motion
Si inserisce in un ambiente non troppo avvezzo a questo genere di espressione artistica, la coraggiosa rassegna curata dalla coreografa e regista romana Loredana Parrella. All’interno di un cartellone prevalentemente di prosa viene presentata per la prima volta la danza contemporanea italiana nella sua forma più alta di sperimentazione e ricerca creativa. Una rassegna al femminile che porta sul palco del Teatro Comunale di Albano tre opere di tre coreografe diverse che hanno come tema comune una storia d’amore. Una grande opportunità per il pubblico di Albano di entrare in contatto con realtà altre, di prendere, appunto, direzioni diverse e creare un nuovo spazio che indaghi la scena contemporanea italiana.
Il 3 novembre è stata la volta del gruppo abruzzese E-Motion guidato dalla coreografa Francesca La Cava, che propone il suo “Dido E Aeneas”, la tormentata storia d’amore narrata da Virgilio nell’ Eneide. Didone innamorata del prode Enea in viaggio dopo la guerra di Troia, si dispera dopo la partenza del suo eroe, incaricato dagli dei di fondare la città di Roma e si uccide con la stessa spada donatagli dal suo amato.
La sorte lugubre della regina di Cartagine è solo il pretesto e la spinta per la narrazione della coreografa abruzzese. Il suo spettacolo, infatti, parte da questo amore tormentato per arrivare a parlare delle relazioni umane, per sottolineare la diffidenza e la paura che si ha nell’incontro di ciò che è diverso da noi. Sulla scena due coppie: due Didone e due Enea o, se vogliamo, semplicemente due donne e due uomini. In loro è forte e ben presente la ricerca di un dialogo, di un confronto e di un contatto. Il loro rapportarsi è a volte violento, altre volte delicato, ma molto spesso c’è più una sensazione di prevaricazione sull’altro. Le relazioni, messe in danza attraverso il partnering, sono quasi sempre fuggevoli, non portano mai ad una soluzione univoca. Il conflitto è più che evidente, lo scontro cercato.
Ma il pezzo si compone anche di momenti più delicati, di danze espressive e intime, che mettono in risalto le qualità degli interpreti. Fino alla tragica risoluzione finale, alla disperazione inscenata dalle due donne. Una disperazione che nasce dall’abbandono, dalla perdita di un conflitto per cui lottare, dalla mancanza.
Una piéce intensa e ben danzata, un ottimo inizio per questa nuova sfida.