Rassegna Nuovo Cinema Indipendente Cubano @ Fondazione Ente dello Spettacolo Cineteca Nazionale – Cinema Trevi, 30 Giugno 2015, ore 19
In occasione del successo avuto dal focus sul nuovo cinema indipendente cubano al Taormina Film Fest, la Fondazione Ente dello Spettacolo ha organizzato il 30 giugno, n collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, presso la sala Cinema Trevi di Roma, una rassegna interamente dedicata al cinema cubano.
Moderatore della serata è stato il critico cinematografico Massimo Girlandi, affiancato dal giovane regista cubano Luis Ernesto Doñas, laureato alla ESCUELA INTERNACIONAL DE CINE Y TELEVISION – San Antonio de Los Baños, progetto nato negli anni ‘70 grazie ad alcune delle figure più culturalmente in vista, come Gabriel Gárcia Marquez, con l’obiettivo di creare una fucina di filmaker in tutta l’America latina e di essere la matrice di questa nuova “corrente” cinematografica.
Nella scuola i giovani vengono motivati nel far sentire la propria voce, usando il cinema come specchio di una realtà attuale. Il film e la macchina da presa divengono il veicolo per far conoscere una cultura lontana e rivelare tutto ciò che si muove attorno all’attualità politica e sociale di Cuba.
I corti rappresentano un vero e proprio portfolio del regista. Si parte con Los bañistas, storia basata su uno sfortunato allenatore di nuoto al quale viene perfino tolta una malmessa piscina per allenare i suoi piccoli campioni. Costretto dalle circostanze, il protagonista vende illegalmente la carne “rossa”, ed è disposto ad usare quei soldi per allenare i ragazzini. Doñas è il montatore del cortometraggio, il quale è stato usato dall’amico Carlos Lechuga, il regista, come teaser per poter avere i finanziamenti per il lungometraggio, Melaza, presentato a chiusura della serata.
Si prosegue con due cortometraggi di Doñas: Oslo e La Trucha. Il primo, come spiega anche il regista, ha uno stile molto favolistico e racconta la storia di un uomo ed una donna anziani in fase di disinnamoramento. Il rapporto è raccontato attraverso lunghi silenzi e sguardi nel vuoto. Un’atmosfera che suggestiona e commuove lo spettatore, fino a sorprenderlo come per magia sul finale. Interessante è, infatti, il contrasto tra titolo ed ambientazione del corto, interamente girato in una casupola al centro di una piantagione. È quasi un’utopia quella che si forma dinanzi agli occhi dello spettatore e che privilegia uno stile drammaturgico classico e aristotelico.
Molto più sperimentale e azzardato è, invece, La Trucha, tesi finale del regista. In questo caso Doñas investiga su uno stile molto più casuale del racconto, rappresentando quasi la casualità della vita. La favola qui viene abbandonata per dare molto più spazio ad un’attualità cruda e spietata, giocata molto su personaggi grotteschi e macchiettistici che ricordano i caratteri più trasgressivi delle pellicole spagnole di Almodóvar. Un mondo in bilico tra realtà e teatralità, quest’ultima avvalorata dalla presenza fisica del teatro, luogo in cui la protagonista vive come truccatrice per una compagnia di balletto classico, e da travestimenti molto articolati, in cui il genere lascia spazio all’androgino.
Le pellicole selezionate rappresentano la concreta testimonianza di un cinema essenziale ed introspettivo. Un cinema fatto di personaggi reali ed attuali, a volte persi in un mondo idealizzato per sfuggire alla realtà e alla violenza della vita. Ci troviamo di fronte ad un cinema innovativo e sperimentale, che non dimentica le sue tradizioni, modernizzandolo. Un cinema intraprendente e giovane che tenta di sfruttare al massimo le occasioni, sfruttando in particolar modo il circuito dei festival. È per questo motivo che Fondazione Ente dello Spettacolo si sta attivando per promuovere questo cinema a livello culturale, geopolitico e sociale, come afferma lo stesso Massimo Girlandi. È un’occasione per offrire a dei giovani talenti di mettersi in mostra e di far scoprire le loro opere e la loro terra.
Ci si augura che rassegne come questa non siano solo delle cattedrali nel deserto, ma eventi culturali che possano coinvolgere sempre di più un pubblico affamato ed interessato.