Nel weekend tra il 23 e il 25 novembre 2012 si è tenuto alla Casa Del Cinema di Roma il Queering, un festival di letteratura, arte e cinema sul tema dell’omosessualità. Tra le proposte, la pellicola The perfect family, di Anne Renton: una divertente commedia che racconta la vicenda tragicomica di una donna “cattolicissima” e della sua famiglia “moralmente scandalosa”.
The perfect family, di Anne Renton, Usa 2011, 84’
Sceneggiatura: Paula Goldberg, Claire V. Riley
Direttore della fotografia: Andre Lascaris
Montaggio: Christopher Kroll
Scenografia: Megan Hutchison
Musiche: Andrew Kaiser
Interpreti: Kathleen Turner, Emily Deschanel, Jason Ritter, Michael McGrady, Elizabeth Pena, Richard Chamberlain
Eileen è una cattolica irreprensibile. Da anni si prodiga per gli altri; la sua vita è preghiera, carità e amore per il prossimo. La sua impeccabile moralità le vale una candidatura al premio “cattolica dell’anno”, per vincere il quale dovrà però dimostrare all’arcivescovo di avere una famiglia praticamente perfetta. Cattolicamente perfetta.
Le cose non sono però così semplici: suo marito Frank, infatti, è un ex alcolista; sua figlia Shannon è lesbica, convive da anni con la sua compagna ed è incinta al quinto mese dopo aver concepito un “figlio in provetta”. Suo figlio Frank Jr., infine, ha appena tradito sua moglie e il suo matrimonio è in frantumi. Insomma, non esattamente quella “famiglia perfetta” che vorrebbe poter fieramente ostentare per aggiudicarsi l’ambito premio.
L’affetto per i suoi cari da una parte e l’ossessione per la rigorosa morale cattolica dall’altra determineranno in Eileen dapprima un intollerabile vergogna per il peccato in cui vede sprofondare la propria famiglia “contro-natura”; in un secondo momento, le due inconciliabili realtà porteranno la protagonista a perseguire uno sforzo di sintesi e di superamento di sé, un processo che dovrà passare, com’è ovvio, attraverso una dolorosa messa in discussione delle proprie certezze ereditarie, prima apparentemente irremovibili.
The perfect family è un film intelligente e gradevole, una commedia attualissima che tocca temi scottanti con ironia decisa e tuttavia delicata; che è in grado di problematizzare. L’ironia è già tutta nel titolo. Questa famiglia assurda, così palesemente imperfetta se vista attraverso gli occhi della pubblica morale, possiede forse una perfezione possibile, una perfezione da ricercare e che si ottiene solo a partire da un cambiamento di stato dei soggetti, da un’evoluzione dello sguardo. La famiglia non è perfetta, ma è perfettibile, e questa perfettibilità risiede nello sforzo di comprensione che i suoi componenti sono quotidianamente chiamati a mettere in pratica.
La ricerca della giovane regista americana è una ricerca sulla comicità del contraddittorio, non una banale messa in ridicolo della psicologia del credente. La frase di Eileen: «Non devo pensare, io sono cattolica!» suona più come uno sfogo che come una lucida constatazione; è più un pianto che una descrizione di sé. Il tentativo della Renton, quindi, non sembra tanto quello di deridere o offendere le credenze, quanto quello di dipingere la complessità dell’animo umano, l’intricata e labirintica serie di contraddizioni che abitano la mente; la reale fragilità di ogni apparente rigidità. Eileen non è una bigotta insensibile e maligna, ma una donna in conflitto. Avverte dentro di sé l’inaccettabilità del peccato e la morbosa esigenza di confessarsi e redimersi. In qualche modo Eileen sente anche questo suo eccessivo rigore come un peccato; un peccato contro il proprio diritto di liberarsi, di esorcizzare i demoni dei condizionamenti che impediscono di scorgere la bellezza anche in ciò che è interamente altro da noi. The perfect family è un inno alla diversità come unico luogo possibile della perfezione.