Al Parco della Musica esecuzione del Requiem, Nove concerti per pianoforte, tromba concertante e orchestra da camera di H. W. Henze, Ensemble dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del PMCE.
Artisti:
Giovanni Bellucci – pianoforte
Nello Salza – tromba
Ensemble dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Tonino Battista – direttore
Dove: Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Quando: 10 marzo
Info:
Per un compositore del Novecento d’avanguardia, intitolare un brano utilizzando una denominazione così pregna di storia, può risultare impresa ardua. Il catalogo di Hans Werner Henze (1926 – 2012) è ricco di precisi confronti con il passato; in esso si annoverano: sinfonie, concerti per strumenti solisti, fantasie, e appunto il Requiem, Nove concerti per pianoforte, tromba concertante e orchestra da camera, eseguito domenica sera presso la Sala Petrassi del Parco della Musica. Molti sono, quindi, i brani del maestro che si rifanno al mondo classico, cosa non molto usuale per un compositore del Novecento.
Henze sembra incarnare e sintetizzare le due anime più importanti del secolo scorso: l’avanguardia e il neoclassicismo. Se, da una parte, nella sua musica, i riferimenti al passato tedesco ed europeo sono molteplici (e non certo esclusiva dei titoli), dall’altra, nella sua scrittura, si riscontrano i tratti più avanzati dello sperimentalismo del Novecento. Henze non ha paura di far apparire, qui e lì nelle sue pagine, formazioni tonali, riferimenti uditivi del mondo classico; ma ciò non compromette il flusso personalissimo del suo stile, che, sapientemente, ingloba, dialoga e controlla materiali musicali anche di vario genere.
Il concerto, proposto dalla Fondazione Musica per Roma e dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della quale il compositore è stato membro onorario, è stato organizzato in memoria del maestro, che si è spento il 27 ottobre scorso. Il Requiem, unico brano in programma, come si evince dal titolo stesso, è costituito da nove pezzi. Nonostante la loro apparenza monolitica, seppur organica, i pezzi sono stati realizzati in epoche diverse, ma tutti nati come espressione di profondi sentimenti: la morte, il ricordo, l’odio contro la guerra e la violenza, il dolore, l’utopia per una vita migliore. Questi pezzi passano quindi da atmosfere più eteree e sommesse a momenti molto ritmici ed energici. Il pianoforte e la tromba svolgono la parte di solisti, ma rarissimamente hanno un vero e proprio ruolo predominante, e in generale restano ottimamente fusi con il resto della grande orchestra da camera. Particolare è la conclusione del Requiem: due trombettisti fino a quel punto rimasti seduti in orchestra, si spostano uno a destra e l’altro a sinistra della platea e iniziano un gioco di dialogo e di eco con l’orchestra e con la tromba solista: altro riferimento al passato, alla musica spazializzata della Venezia del ‘500, che si aggiunge ai tantissimi, sotterranei ed espliciti, collegamenti con un mondo, quello della musica Antica, Classica e Romantica che sembra perso, ma che invece torna, ci aiuta e ci insegna ancora oggi.
Da segnalare l’ottima esecuzione da parte dell’Ensemble dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del PMCE, insieme ai solisti Giovanni Bellucci al pianoforte e Nello Salza alla tromba, diretti dal maestro Tonino Battista, nomi ormai rodati nell’ambito dell’interpretazione della musica contemporanea storica e più attuale.