Ultimo spettacolo del famoso duo artistico Rezza/Mastrella, Fratto_X, presentato, come consuetudine, in un Teatro Vascello gremito. Lo spettacolo resterà in scena fino al 6 gennaio. A capodanno, la performance sarà seguita da una “Asta al buio”.
Fratto_X Di: Flavia Mastrella e Antonio Rezza Con: Antonio Rezza E con: Ivan Bellavista (mai) Scritto da: Antonio Rezza Habitat di: Flavia Mastrella Con la collaborazione artistica di: Massimo Camilli Disegno luci: Mattia Vigo Riprese sonore: Massimo Simonetti Organizzazione: Stefania Saltarelli Una produzione: Fondazione TPE / TSI La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello / RezzaMastrellaDal 4 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 (capodanno incluso) – Teatro Vascello, Roma
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Non è affatto facile parlare di uno spettacolo come Fratto_X senza rovinare la sorpresa a chi andrà poi a vederlo e allo stesso tempo non perdersi in chiacchiere e sproloqui vani. Tuttavia la divertita meraviglia che si prova assistendo allo spettacolo merita assolutamente di essere preservata.
Ma anche rinunciando a malincuore a descrivere i singoli, spassosissimi quadri, – agiti in scena dalle voci in corpore di Antonio Rezza e dal suo fido e impeccabile compagno scenico Ivan Bellavista tra gli habitat progettati da Flavia Mastrella – è forse possibile rendere partecipi del mondo creato dal sodalizio Rezza/Mastrella, che da vent’anni porta avanti una poetica dell’anti-storia abbinata, a teatro, a quella dell’anti-spazio. Le storie si evolvono lungo la direzione temporale, i quadri di Fratto_X preferiscono invece progredire lungo la linea del senso. Le provocazioni scandiscono il flusso della performance: dal quadro di Mario a quello degli Uccelli per finire con la scena del guerriero, in cui anche il pubblico gioca una sua parte.
Maestro delle permutazioni vocali e logiche, Rezza esplora ogni possibile anfratto della situazione di partenza, applicando la logica laddove pare non essercene – in questo simile, a mio parere, al miglior Jodorowski di Opera panica – non lasciando scampo allo spettatore, la cui risata non di rado anticipa il pensiero; ma va bene così, perché non appena il pensiero recupera il terreno perduto, la risata scatta nuovamente, anche se a volte con un diverso sapore.
C’è del genuino genio, ancora troppo misconosciuto, in questo spettacolo – a partire dalle note di regia – e in generale nella poetica, che potremmo chiamare poecritica, di questo duo. Travolgente per la leggerezza con cui accenna alle zone buie dell’esistenza, Fratto_X lascia che sia lo spettatore, terminata la fragorosa cascata di risate, a esplorarle più a fondo riflettendo su quelli che altro non sono che degli incipit lasciati aperti a ogni possibile finale. Coerentemente col ripudio di ogni forma di potere – anche psicologico, anche intellettuale – rivendicato dai due artisti dentro e fuori la scena.